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Vive in garage con i figli per scappare dal marito: “Situazione surreale, quella è casa sua”

L’assessore al Welfare di Mantova, Andrea Caprini, ha raccontato a Fanpage.it la storia della donna costretta a vivere in garage con i figli. Il suo appartamento, infatti, è occupato dal marito che sta scontando gli arresti domiciliari.
A cura di Enrico Spaccini
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Da più di due settimane una donna è costretta a vivere in garage con i suoi figli. Ha piazzato un paio di materassi a terra su cui dormire e portato dentro coperte e tutto quello che potrebbe servigli nella vita di tutti i giorni. Si tratta di una soluzione estrema, ma necessaria per poter sfuggire dal marito violento che occupa il suo appartamento in quello stesso palazzo nella periferia di Mantova. "È una situazione surreale", spiega a Fanpage.it l'assessore al Welfare cittadino Andrea Caprini, "da un lato c'è una disposizione del magistrato che costringe il marito a scontare la pena degli arresti domiciliari in quell'abitazione, dall'altro la signora che non riesce a denunciarlo e farlo andare via".

La casa è intestata a lei

Che la situazione familiare fosse delicata era risaputo anche negli uffici del Comune. L'uomo era stato fermato e costretto agli arresti domiciliari, inoltre sono assegnatari di una casa popolare Aler. Nei giorni scorsi, però, la donna ha contattato un giornale locale raccontando la sua storia e facendo vedere il garage in cui vive da tempo per poter evitare il marito.

"Abbiamo intercettato questa situazione e ci siamo mossi", racconta Caprini: "Abbiamo incontrato la signora e le abbiamo indicato tutti i passaggi che deve fare per tornare in possesso della casa. Perché in realtà è lei l'assegnataria della casa popolare, quindi la situazione è paradossale perché non può stare in casa sua".

La questione del divorzio

Le possibilità che ha la donna per poter risolvere questo problema sono essenzialmente due. La prima è rappresentata dal divorzio. Come spiega l'assessore, "loro hanno divorziato in Tunisia, ma per l'ordinamento italiano non è valido finché non farà tradurre gli atti. Cosa che le abbiamo suggerito di fare anche tramite il suo avvocato".

Così facendo, una volta ottenuto il riconoscimento del divorzio la situazione si sbloccherebbe. "Non costituirebbero più un nucleo familiare e un giudice costringerà l'uomo a scontare gli arresti domiciliari da un'altra parte", afferma Caprini.

La denuncia non ancora ufficializzata

L'altra soluzione potrebbe essere la denuncia. Al momento la procedura del Codice rosso non può partire proprio perché la donna non ha formalmente presentato denuncia alle forze dell'ordine. Per questo motivo, ancora non è possibile attivare il meccanismo di protezione.

"I servizi sociali sono già attivi sul caso, siamo in contatto con la Questura e con la Prefettura di Mantova e a livello istituzionale stiamo seguendo la situazione da vicino", assicura l'assessore al Welfare che poi indica nella tutela dei minori coinvolti in questa storia "il nostro primo interesse".

Ancora non è chiaro perché la donna non abbia denunciato il marito. Una cosa, però, è chiara: lei vuole rientrare a casa sua e lo farà quando la situazione non rappresenterà un pericolo né per lei né tantomeno per i suoi figli. "Le abbiamo proposto soluzioni abitative diverse, anche temporanee, ma continua a rifiutare", conclude Caprini, "lei non ha mai chiesto un altro alloggio, vuole rientrare in casa sua".

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