Violenze di Capodanno, primo ragazzo condannato: “Ha impedito la fuga alla giovane abusata sui cocci di vetro”
È arrivata la prima sentenza di condanna per uno dei ragazzi ritenuti responsabili delle violenze sessuali in piazza Duomo a Milano la sera di Capodanno del 2022. La Procura di Milano aveva chiesto una condanna a 6 anni per Abdallah Bouguedra, il 22enne a processo con rito abbreviato, ma dopo poche ore di camera di consiglio il giudice ha emesso una condanna a 5 anni e 10 mesi. Secondo l'accusa il ragazzo era accanto alla "vittima e faceva da scudo al branco mentre la ragazza veniva violentata sui cocci di bottiglia". Il giudice ha assolto il ragazzo invece per il reato di rapina che altri ragazzi avrebbero commesso nei confronti della stessa ragazza.
Attesa la sentenza per altri due ragazzi
A subire le violenze peggiori quella notte era stata proprio la 19enne, che, assistita dai legali Silvia Allai e Carlo Pellegri, è parte civile nel processo. Ora è arrivata la prima condanna per uno dei responsabili: altri due ragazzi accusati di violenza sessuale, il 20enne Abdel Fatah e il 19enne Mahmoud Ibrahim, sono invece a processo con rito abbreviato e per loro la Procura ha chiesto condanne a 4 e 6 anni.
Il video che incastra i responsabili
A incastrare il 22enne sarebbe stato un video girato da una testimone: "Sembrava una rissa, per questo ho iniziato a riprendere", le parole della testimone in aula. "Poi ho capito cosa stava succedendo. La ragazza era piena di graffi, aveva segni sul petto, in faccia, sentivo che gridavano ‘la ragazza, la ragazza!' e poi ho visto che le strappavano i vestiti". La testimone avrebbe riconosciuto il 22enne, così come la vittima che durante l'incidente probatorio avrebbe detto: "Ho visto quello con la giacca rossa di fianco a me". Ovvero l'imputato.
Le responsabilità del 22enne
Per il pubblico ministero – come riporta La Repubblica – non ci sono dubbi: Bouguedra "con la sua presenza ha incoraggiato il branco, non è stato un mero spettatore, ha aumentato la forza intimidatrice del branco". E ancora: "Con il proprio corpo ha costruito quel muro che ha impedito la fuga delle ragazze e la possibilità di aiuto degli amici, la sua presenza, in pratica, ha annientato e paralizzato la forza di reazione delle vittime". Una volta ascoltata la sentenza il 22enne avrebbe detto di essere stato "vittima di malagiustizia".