Violenze di Capodanno in piazza Duomo a Milano, tre ragazzi a processo
Incastrati dalle nove ragazze vittime di violenza sessuale che la notte di Capodanno si trovavano in piazza Duomo a Milano per festeggiare il nuovo anno, e sono finite preda del branco impazzito.
Sono stati mandati a processo con rito immediato i tre maggiorenni finiti in carcere nei mesi scorsi, su decisione del gip milanese Sonia Mancini. Si tratta del 19enne Abdel Fatah, del 18enne Mahmoud Ibrahim e del 21enne Abdallah Bouguedra. Membri del gruppo di giovani che quella notte ha assalito le ragazze, decine e decine di aggressori che per interminabili momenti le hanno picchiate e molestate.
"Modalità da branco violento"
I tre erano già stati fermati, visto che "avrebbero agito con modalità da branco" tanto da aggredire "le persone offese utilizzandole a proprio piacimento e per soddisfare le proprie pulsioni in spregio a ogni forma di rispetto della persona". E ancora, poiché "avrebbero agito anche con la consapevolezza di poter approfittare dei festeggiamenti per il Capodanno per garantirsi l'impunità". La condotta dei due avrebbe poi dimostrato "spiccata pericolosità". Da qui la decisione di arrestarli, per impedire che potessero "altri delitti della stessa indole, anche sfruttando la forza di intimidazione del violento gruppo". E per impedirne la fuga.
Le vittime
Spintoni, palpeggiamenti violenti, colpi forti, molestie di ogni genere. "Ci spingevano e ci passavano da un ragazzo all'altro". I giovani uomini sono in 30, 40, e sono completamente fuori controllo. Sono più forti, sono in tantissimi, e quella notte hanno voglia di rompere le regole. Di fare del male. Una delle giovani viene trovata dalla polizia a terra, ricoperta di lividi e con i pantaloni abbassati fino alle caviglie. Le altre vengono inseguite, mentre terrorizzate cercano di scappare. Davanti alla loro paura, i ragazzi ridono. Le umiliano, le insultano, le trattengono con la forza.
"Stavamo facendo una passeggiata e poi siamo andate dove c'erano molte persone per vedere i fuochi d'artificio. Poi ci hanno spinte nel mezzo di un gruppo di uomini. Mi ricordo che ci hanno spinto per terra. Una volta a terra mi hanno sollevato la gonna. Tutte quelle mani sopra i nostri corpi, non potevamo reagire". E ancora. "Io gli dicevo di andare via e lasciarmi stare. Ho provato a dargli dei calci, ma da terra è più difficile. Hanno provato a togliermi i vestiti, urlavo".