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Violenza sessuale su quattro stagiste minorenni: condannato a 8 anni titolare di un centro estetico

Tra il 2015 e il 2016 aveva abusato di quattro studentesse che stavano svolgendo uno stage nei suoi centri estetici a Cavenago e Pessano con Bornago, in provincia di Monza. Ora per il titolare Massimo Covella, 56 anni, è arrivata la sentenza definitiva in Cassazione che conferma la condanna a 8 anni di carcere.
A cura di Giorgia Venturini
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Ha abusato sessualmente di quattro stagiste minorenni, di età compresa tra i 15 e i 17 anni, impegnate in un periodo di formazione nei suoi centri estetici a Cavenago e Pessano con Bornago, in provincia di Monza. Ora, quattro anni dopo i fatti, per il titolare Massimo Covella è arrivata la sentenza in via definitiva in Cassazione che ha confermato quanto già deciso in primo e secondo grado dal Tribunale di Monza. Come si legge su Prima Monza, il 56enne ed ex assessore della vicina Caponago è stato condannato a 8 anni di reclusione, più una serie di risarcimenti e interdizioni.

Il proprietario era stato arrestato nel 2017

I fatti risalgono alla fine del 2015 e all'inizio del 2016, ovvero il periodo di tempo in cui le quattro ragazze, tutte studentesse di una scuola professionale di Monza, erano impegnate a portare a termine il loro stage. Secondo l'accusa, Covella ha approfittato delle stagiste facendosi fare massaggi e trattamenti con la scusa di offrirsi volontario per una prova pratica. Alla base degli abusi non ci sarebbero solo molestie e palpeggiamenti: per due volte avrebbe preteso rapporti sessuali da due delle studentesse minorenni con la minaccia di una cattiva valutazione del praticantato se si fossero rifiutate.

L'uomo si è sempre dichiarato innocente

Le manette per l'ex assessore sono scattate nel 2017 dopo la segnalazione di un consultorio famigliare di Vimercate a cui si era rivolta una delle vittime. Al termine dei tre gradi di giudizio, la scorsa settimana è stato condannato in via definitiva. L'uomo si è sempre dichiarato innocente e in aula il suo legale ha sempre provato a contestare l'aggravante dell'abuso di potere. Ma anche in questo caso i giudici della Cassazione hanno dato ragione all'accusa.

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