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Violenza sessuale: confermata condanna a 9 anni per l’ex calciatore del Milan Robinho

L’ex giocatore del Milan Robinho è stato condannato in appello a 9 anni di carcere per violenza sessuale insieme a un complice. Il processo riguarda uno stupro avvenuto nel gennaio 2013, quando il calciatore e altri uomini si accanirono su una 23enne ridotta in stato di incoscienza all’interno di un locale a Milano.
A cura di Simone Gorla
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La Corte d'appello di Milano ha confermato la condanna a 9 anni di carcere per violenza sessuale per l'ex giocatore del Milan Robinho, al secolo Robson de Souza Santos. Al centro del processo un episodio che risale al 2013: il calciatore e un amico, Ricardo Falco, condannato anche lui alla stessa pena, avevano violentato una ragazza di 23 anni.

Confermata in appello condanna a 9 anni per Robinho

Robinho è tornato da qualche tempo in Brasile per concludere la carriera nella sua prima squadra, il Santos. Ma il club lo ha messo fuori rosa dopo che la stampa brasiliana ha ripreso a parlare del processo milanese, scatenando reazioni e polemiche.

Le indagini e i successivi processi hanno permesso di ricostruire quanto avvenne la sera del 22 gennaio 2013 quando Robinho e altri complici – alcuni dei quali oggi irreperibili – avrebbero fatto bere la ragazza fino al punto da renderla incosciente e poi l'avrebbero violentata a turno. La vittima, una ragazza di origini albanesi che conosceva già il calciatore, era con due amiche al Sio Cafè, noto disco pub in zona Bicocca, per festeggiare il suo compleanno.

Per i giudici gli imputati mostrarono un "assoluto dispregio"

Il sostituto pg di Milano Cuno Tarfusser aveva chiesto la conferma delle due condanne, smontando nel suo intervento le quattro consulenze tecniche prodotte dalla difesa di Robinho, tra cui una con foto tratte dai social e che puntava a dimostrare che la ragazza era solita bere alcolici e un'altra sulle condizioni psicofisiche della giovane.

Secondo i giudici che nel 2017 condannarono il calciatore e l'amico in primo grado, gli imputati in occasione dello stupro mostrarono un "assoluto dispregio" per la giovane donna "esposta a ripetute umiliazioni, oltre che ad atti di violenza sessuale", e che veniva descritta nelle loro conversazioni intercettate "con epiteti (…) e termini spesso crudi e sprezzanti, segni inequivocabili di spregiudicatezza e quasi di consapevolezza di una futura impunità".

Dovranno versare 60mila euro alla vittima

I due sono stati condannati anche a versare in solido 60 mila euro alla vittima. Lo scorso ottobre Damares Alves, ministra brasiliana dei diritti umani e della famiglia, aveva usato parole molto dure nei confronti del calciatore: "Prigione, subito. Non ho altre parole da aggiungere".

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