Violentava minorenni nel solaio della nonna, condannato: “Agiva per senso di impunità, era difeso dagli amici”
Sono uscite le motivazioni della sentenza con cui un 27enne di Cavenago Brianza è stato condannato a 7 anni e 4 mesi per aver violentato ragazze minorenni nel solaio della nonna. Per la giudice del Tribunale di Monza, che ha voluto una pena superiore di un anno rispetto a quella chiesta dalla procura, l'uomo ha agito "per senso di impunità" dovuto alla copertura degli amici e all'archiviazione di una delle denunce presentate contro di lui.
Le accuse di violenza su minori
L'uomo, di 27 anni, nel 2015 era stato accusato di violenza sessuale aggravata da una ragazza di 17 anni. La querela venne archiviata per mancanza di prove. Nel 2021 un'altra persona aveva rivelato di aver subito abusi da parte sua cinque anni prima. All'epoca dei fatti la seconda minore aveva 16 anni, quando ha parlato delle violenze a distanza di tempo, le amiche l'hanno convinta a raccontare tutto alle forze dell'ordine.
Le modalità descritte dalle due vittime erano simili. L'uomo, che all'epoca dei fatti aveva 20 anni, le avrebbe convinte a salire in soffitta, per parlare di problemi sentimentali. Una volta lì si sarebbero consumati gli abusi. La ragazza, che ha subito abusi nel 2016, si è costituita parte civile al processo e ha ottenuto una provvisionale di 30mila euro sul risarcimento dei danni.
Le motivazioni della sentenza con cui è stato condannato
Oltre a questi casi, nel 2014 ci sarebbe stato un precedente che avrebbero raccontato la nonna e la madre dell'imputato. Si tratterebbe di "un'altra minorenne costretta all'interruzione di gravidanza". L'imputato, su cui gravano due condanne per maltrattamenti ai danni della nonna, ha sempre negato ogni accusa e sostenuto che le minori fossero consenzienti.
Per la giudice del Tribunale di Monza, l'uomo ha agito "con modalità già sperimentate in passato e nell'indifferenza della denuncia già sporta contro di lui". Secondo le motivazioni della sentenza, proprio la mancanza di attenzione su quella querela, avrebbe contribuito al ripetersi delle violenze.
L'uomo avrebbe agito "per senso di impunità maturato dalla difesa superficialmente assunta dagli amici e dalla conseguente iniziale archiviazione delle accuse".