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Violenta una collega 21enne nell’ufficio del centro commerciale: 67enne condannato a 7 anni

Un 67enne di Mariano Comense (Como) è stato condannato a 7 anni di reclusione per violenza sessuale. L’uomo avrebbe abusato tre volte di una collega di 21 anni in un ufficio del centro commerciale dove lavoravano entrambi.
A cura di Enrico Spaccini
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Immagine di repertorio
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È stato condannato a 7 anni di reclusione il 67enne di Mariano Comense (in provincia di Como) accusato di aver abusato per tre volte di una collega di 21 anni. Stando a quanto ricostruito dalle indagini, l'uomo avrebbe attirato la ragazza in un ufficio di un centro commerciale dove entrambi lavorano e dove l'avrebbe costretta a compiere e subire una serie di atti sessuali. Durante l'udienza preliminare, l'imputato aveva chiesto di essere sottoposto a processo con rito abbreviato subordinato a una serie di accertamenti, tra cui una valutazione delle reali capacità cognitive della presunta vittima. Il gup Walter Lietti, però, aveva rigettato la richiesta rinviandolo a giudizio presso il Tribunale Collegiale.

Il 67enne era stato arrestato e posto ai domiciliari un anno fa, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare. Una ragazza 21enne, affetta da un lieve deficit, aveva raccontato a una collega e a sua madre di aver subito abusi sessuali sul luogo di lavoro da parte di un uomo "di circa 60 anni". La presunta vittima aveva detto di essere stata attirata in un ufficio del centro commerciale e che, dopo le violenze, quell'uomo l'avrebbe minacciata: "Non raccontare niente a nessuno altrimenti ti faccio perdere il lavoro".

Così, la 21enne si era rivolta ai carabinieri di Cantù. Il giudice ha ritenuto che fosse "psicologicamente fragile" e "pietrificata dalla paura", ma che tuttavia la sua ricostruzione era "logica e coerente". Inoltre, alcune persone venute a conoscenza dei presunti abusi avevano testimoniato a suo favore.

Il 67enne, in udienza preliminare, aveva chiesto che venissero fatti accertamenti sulle capacità cognitive della sua accusatrice. Il gup, però, decise che non erano necessari. In primo grado l'imputato è stato condannato a 7 anni di reclusione, una pena superiore di 2 mesi rispetto a quella richiesta dal pm. Alla presunta vittima, inoltre, è stata disposta una provvisionale di 25mila euro.

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