Violenta e uccide sette donne: il serial killer Gianfranco Stevanin chiede permessi per uscire dal carcere
Ha chiesto un permesso premio per poter uscire dal carcere di Bollate Gianfranco Stevanin, il serial killer condannato all'ergastolo con l‘accusa di violenza sessuale, omicidio e occultamento di cadavere nei confronti di sette ragazze. Stevanin, soprannominato il "mostro di Terrazzo", tramite il suo difensore l'avvocato Francesco D'Andria, si è rivolto allo psichiatra Alessandro Meluzzi per una consulenza.
Già una precedente richiesta di permesso era stata presentata nel 2017 ma allora era stata respinta: allora a fermare i permessi premi era stata una perizia che aveva definito l'uomo una "personalità oscillante tra il narcisistico e l'istrionico". Per i legali del serial killer "Stevanin non è un mostro ma un essere umano". Da qui la seconda richiesta di permessi premio.
Sette donne vittime del serial killer
A far scattare le indagini negli anni Novanta sono le parole di una ragazza. Gli inquirenti entrano nella casa di Stevanin e scoprono pistole, coltelli, corde, lingerie femminile, borsette da donna, riviste porno e materiale fotografico per un totale di oltre settemila scatti. E ancora: immagini erotiche, immagine sadiche, ciocche di capelli biondi e un sacchetto contenente peli pubici.
Poi gli investigatori scoprono il resto. In una delle due proprietà tra via Torrano e via Brazzetto vengono trovati anche i documenti di due donne, Biljana Pavlovic, cameriera serba di 25 anni e Claudia Pulejo, 29enne di Legnano con problemi di tossicodipendenza. Le due ragazze erano giudicate scoperse già i giorni prima.
Qualche mese dopo un contadino trova il corpo di una giovane donna sepolto non lontano dalla casa di Gianfranco Stevanin e avvolto in un involucro di plastica. Si tratta di Biljana Pavlovic, una delle due donne di cui conservava, come trofeo, i documenti. Intanto a Terrazzo le ruspe rimestano i terreni vicini in cerca di corpi, trovando quello di una sconosciuta e quello di Claudia Pulejo, giovane con problemi di dipendenze che si era data al ‘mostro' per qualche pasticca di Roipnol. Il giudice al termine del processo lo riterrà responsabile dell'omicidio di sette ragazze.