Vince un milione e mezzo alla lotteria ma non divide con gli amici: a processo
Il sogno di chiunque, vincere un milione e mezzo di euro alla lotteria. Il biglietto fortunato appartiene stavolta a un quarantenne della provincia di Mantova. O forse no. Due colleghi di lavoro infatti insorgono: l'acquisto è avvenuto in gruppo (in un pacchetto di sei «grattini» da 20 euro l’uno) in una ricevitoria nei pressi del lago di Garda, e quindi la vincita deve essere divisa in tre parti uguali. Ma il possessore del tagliando milionario non ci sta. Ad avere l'ultima parola sarà il Tribunale, che il 19 settembre vedrà il quarantenne imputato per il reato di appropriazione indebita e i due amici come parte civile.
Una fortuna incredibile
Si può dire che l'uomo, un muratore di origini brasiliane, sia letteralmente baciato dalla fortuna. Al punto da aver attirato i sospetti della Guardia di Finanza, un anno fa, per ben due vincite consecutive nell'arco di venti giorni: prima, il 4 febbraio, grazie a un biglietto da un milione di euro; in seguito, il 24 febbraio, un ticket che valeva ben due milioni. Un evento le cui probabilità di verificarsi, a detta degli esperti, sono statisticamente vicine allo zero. Il montepremi da favola, che dedotte le imposte dell’Erario superava i due milioni e 400mila euro, era stato però posto sotto sequestro con l’ipotesi di riciclaggio. Secondo gli inquirenti, alcuni dipendenti di Lottomatica avrebbero spifferato a presunti complici una serie di informazioni top secret sulle tabaccherie dove sarebbero finiti in vendita i biglietti premiati. E nonostante le indagini si siano concluse con una richiesta di archiviazione, il 41enne non è ancora riuscito ad allungare le mani sull’intero patrimonio: ha infatti potuto incassare «solamente» 800mila euro.
Il nuovo processo
Non è finita qui. Il nuovo processo che il neo milionario dovrà affrontare riguarda ancora la seconda vincita. Due colleghi di lavoro dell’uomo sostengono infatti che i "Gratta e vinci" siano stati acquistati in gruppo, e che quindi il ricavato debba essere diviso in tre parti uguali. Niente da fare. Rotti i rapporti, i due rimasti a mani vuote hanno sporto così denuncia. Effetto immediato: blocco della somma di denaro e rinvio a giudizio. «Erano insieme e quindi spetta anche a loro una parte del denaro» sostiene l’avvocato dei due amici Barbara Sorgato, che dovrà dimostrare l'esistenza di un precedente accordo tra i tre. «Purtroppo non c’era nulla di scritto».