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Vimodrone, profuga ucraina salvata da incendio ora dorme all’aperto: “Una seconda guerra”

Liubov, 73 anni, arrivata dall’Ucraina, è sopravvissuta prima alla guerra e poi all’incendio che ha colpito la casa dove era andata a vivere in Italia. Ora dorme all’aperto.
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Quando a il 2 marzo è arrivata a Vimodrone, comune alle porte di Milano, Liubov Kovalchuk, 73 anni, una vita a Sumy, vicino al confine con la Russia, sperava di essersi lasciata il peggio alle spalle. Il ricongiungimento con il figlio Vitaliy suonava come il lieto fine personale alle guerra che imperversava in Ucraina.

Il 12 maggio però l'appartamento di Vimodrone, in via San Remigio 5, in cui è stata accolta dal figlio e dalla nuora Viktoriya, e in cui viveva anche la mamma di Viktoriya, pure lei arrivata dall'Ucraina, prende fuoco: in pochi minuti l'appartamento al secondo piano è avvolto dalle fiamme e solo l'intervento di un 25enne originario del Senegal, Lamine Gaya, arrampicatosi al primo piano, riesce a portare la famiglia in salvo.

Scampato il pericolo, i Kovalchuk devono trovare una nuova sistemazione: la mattina stessa dell'incendio Viktoriya chiede aiuto al Comune di Vimodrone. Più di dodici giorni dopo, l'amministrazione di centro-sinistra, guidata dal sindaco Dario Veneroni, non è ancora riuscita a trovare un alloggio per la famiglia. "Non abbiamo nessun appartamento" è la prima risposta avuta al Comune.

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A Fanpage Viktoriya spiega che è stato chiesto alla famiglia di trovarsi un albergo o di andare in un dormitorio vicino alla Stazione Centrale di Milano, soluzione, sottolinea la donna, da più di vent'anni residente a Vimodrone, non adatta a una famiglia con un minore e due anziane. "Quando è successa questa cosa nessuno dal Comune è venuto qui a dirci dove andare" spiega la donna.

Intanto, la signora Liubov, 73enne e cardiopatica, fuggita dall'Ucraina in guerra e sopravvissuta all'incendio che ha distrutto la casa di via San Remigio, dorme nel cortile della casa incendiata con il figlio Vitaliy. Dal Comune, fa sapere l'ufficio comunicazione, potrebbero partire nei prossimi giorni le pratiche per rendere agibile un piccolo appartamento che dovrebbe accogliere, in via provvisoria, almeno il nucleo più fragile della famiglia, sicuramente Viktoriya, il minore e le due profughe anziane.

Sentita da Fanpage, la signora Liubov ha detto che sta "attraversando un periodo difficile, mi sento come una persona abbandonata" che per andare in bagno deve recarsi in un bar del paese, inaccettabile per chiunque e a maggior ragione per chi, tre mesi fa arrivava in Italia con la speranza di una vita più semplice.

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