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Vimercate, i genitori di Simone Stucchi ucciso a coltellate in una rissa: “Non vogliamo vendetta”

“Non vogliamo vendetta”. Questo l’appello dei genitori di Simone Stucchi, il 22enne ucciso a coltellate in una rissa tra bande. In un’intervista hanno ribadito che loro figlio: “non era uno stinco di santo” ma nemmeno “un tossico o un violento”, che era andato a Pessano per chiarire una situazione “non per fare a botte”.
A cura di Simona Buscaglia
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"Non vogliamo vendette". Questo l'accorato appello dei genitori di Simone Stucchi, il ragazzo di 22 anni ucciso a coltellate la settimana scorsa a Pessano con Bornago, in provincia di Milano, durante una rissa tra bande rivali. Lo hanno dichiarato in un'intervista al Giornale di Vimercate, dopo che erano circolati sui social diversi messaggi che facevano supporre una possibile rivalsa degli amici del giovane nei confronti dei responsabili della sua uccisione. I carabinieri di Pioltello che stanno indagando sulla vicenda hanno riferito che i membri dei due schieramenti erano armati di bastoni e oggetti atti ad offendere. Per il momento i militari hanno identificato nove ragazzi, tutti residenti a Vimercate

I genitori: "Era andato lì per chiarire la situazione non per fare a botte"

I genitori nell'intervista hanno parlato del figlio: "Simo non era uno stinco di santo, era esuberante e aveva il suo bel caratterino e qualche cazzata in passato l’aveva commessa – hanno raccontato – Viveva per gli amici. Non era un tossico, un violento. Non andava di certo in giro con coltelli o pistole in tasca alla ricerca di risse". "Come ci hanno raccontato tutti i suo amici più stretti, Simone era andato a Pessano per cercare di chiarire la situazione, non per fare a botte – hanno aggiunto i genitori – anche perché lui non era il protagonista di quella lite tra le due bande di ragazzi". "Non siamo alla ricerca di alcuna vendetta per la morte di nostro figlio. Questo sentimento non alberga nei nostri cuori" hanno concluso.

Il sindaco: una comunità sconvolta

Il sindaco del comune brianzolo Alberto Villa, aveva diffuso sui social un video in cui si diceva "sconvolto" per l'accaduto e "come me tutta la nostra comunità, sono cose che di solito si vedono in televisione e quello che mi ha lasciato sconcertato è stato vedere un ragazzo di 22 anni che ha perso la vita per una questione banale, che sia di soldi o altro". "Il disagio giovanile è una tematica latente e bisognerà capire come affrontarla, dobbiamo metterci tutti una mano sulla coscienza. Questi ragazzi hanno bisogno di una mano, di una prospettiva diversa".

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