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Vigile muore in servizio travolto da un masso, la Procura chiede condanne per 3 persone

Gino Zanardini è morto nel giugno del 2018 travolto da un masso a Toscolano Maderno (Brescia). La Procura ha chiesto condanne per la sindaca di allora, il responsabile dell’Ufficio tecnico in Municipio e il comandante del vigile deceduto.
A cura di Enrico Spaccini
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Gino Zanardini
Gino Zanardini

La Procura di Brescia ha chiesto tre condanne per la morte di Gino Zanardini, il vicecomandante della polizia locale di Toscolano Maderno deceduto a giugno 2018 travolto da un masso nella Valle delle Cartiere. Secondo gli inquirenti, i responsabili sarebbero la sindaca di allora, il responsabile dell'Ufficio tecnico in Municipio e l'allora comandante della locale in qualità di datore di lavoro della vittima. Per le difese, invece, gli imputati avrebbero fatto tutto il possibile per "mettere in sicurezza" l'area dopo il nubifragio e l'incidente in cui è rimasto coinvolto Zanardini sarebbe stato "un evento imprevedibile".

Il masso che ha travolto Zanardini

La mattina del 12 giugno 2018 Zanardini, in qualità di vicecomandante della polizia locale, stava effettuando un sopralluogo nella Valle delle Cartiere dopo il nubifragio che aveva colpito Toscolano Maderno, paese che si affaccia sulla sponda bresciana del lago di Garda. Mentre percorreva la passerella di Covoli, un masso si è staccato e lo ha travolto. Trasportato in condizioni critiche all'ospedale Civile di Brescia, Zanardini è deceduto 24 ore dopo. Il giorno seguente avrebbe compiuto 62 anni.

La Procura ha chiesto condanne per tre imputati: un anno per la sindaca di allora, oggi in pensione, Delia Maria Castellini, e per il responsabile dell’Ufficio tecnico in Municipio, Mauro Peruzzi, due anni, invece, per Alessandro Costa, al tempo comandante della polizia locale a Toscolano.

"Un evento imprevedibile"

I tre si sono difesi in aula assicurando di aver "fatto tutto il possibile" per "mettere in sicurezza" quella passerella. A sostegno della loro tesi, hanno prodotto le fatture delle spese sostenute dal 2013 al 2018 per la manutenzione. In sostanza, il distaccamento del masso che ha colpito mortalmente Zanardini "è stato un evento imprevedibile".

L'ex sindaca e il responsabile dell’Ufficio tecnico, inoltre, hanno aggiunto che il sentiero della Valle delle Cartiere dove si trovava il vicecomandante sarebbe di competenza regionale. Per questo motivo, una volta recepito il parere favorevole del Centro alpino italiano, i funzionari non avevano alcun potere decisionale sulla questione. Per giugno è attesa la sentenza.

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