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Viene trasferito dal carcere all’ospedale Sacco per problemi di salute, ma evade: si cerca Principe Horvat

Principe Horvat è evaso lo scorso 17 agosto dall’ospedale Sacco di Milano. Su disposizione del magistrato, il 33enne detenuto a Bollate non era piantonato perché presto avrebbe finito di scontare la condanna per estorsione.
A cura di Enrico Spaccini
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Principe Horvat, esponente della famiglia rom della Valle Cavallina (in provincia di Bergamo), è evaso lo scorso 17 agosto. Il 33enne era stato trasferito dal carcere milanese di Bollate, dove era detenuto per scontare una condanna per estorsione, all'ospedale Luigi Sacco perché da tempo accusava problemi di salute. Il magistrato di sorveglianza aveva disposto il ricovero senza piantonamento, poiché la fine pena era relativamente vicina, cioè il 15 novembre 2024, ma dal giovedì della scorsa settimana di Horvat non c'è più traccia.

Le vicende giudiziarie di Principe Horvat

Horvat era detenuto per scontare una condanna per un'estorsione messa a segno a Brescia, ma lo scorso luglio era stato rinviato a giudizio con l'accusa di truffa. Insieme al fratello Fardi, 31 anni, e al papà Desiderio, avrebbe messo in piedi un giro di truffe sulla compravendita di auto usate. Affari che riguardavano anche una concessionaria di Sorisole aperta il 3 dicembre 2019 e chiusa nel giro di pochi giorni.

Il 33enne, inoltre, era coinvolto anche nella sparatoria del 2017 avvenuta in una piazza di Trescore Balneario contro il clan rivale dei Nicolini. Per quei fatti, erano scattate le ordinanze di custodia cautelare nel novembre del 2018 e, in quel caso, Horvat tentò senza successo di evitare l'arresto nascondendosi nel bagagliaio della sua Audi parcheggiata in garage.

La fuga del 17 agosto

Dopo oltre una settimana dalla sua fuga, Horvat è ancora ricercato. Intorno alle 17 di giovedì 17 agosto è riuscito ad allontanarsi dalla sua stanza al terzo piano dell'ospedale approfittando dell'assenza di sorveglianza e probabilmente dell'aiuto di un complice che lo attendeva all'esterno della struttura.

Come riportato dall'Eco di Bergamo, per l'avvocato Ruggiero Fiorella, difensore del 33enne, l'unica spiegazione possibile di questo suo gesto è che avrebbe paura di tornare in carcere dove non sarebbero garantite le cure necessarie per combattere la sua patologia.

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