video suggerito
video suggerito

Video di neonati abusati su Telegram e Whatsapp: tra gli arrestati un agente della polizia locale

Ci sono anche un agente della polizia locale e due informatici milanesi tra gli 81 indagati italiani della maxi operazione “Luna Park” coordinata dalla Procura di Milano che questa mattina ha portato a 15 arresti in flagranza di reato. Le indagini, durate due anni in più Paesi, hanno svelato gruppi su Whatsapp e Telegram su cui venivano condivisi foto e video di violenze sessuali su bambini piccoli, tra cui anche alcuni neonati. La polizia postale a Fanpage.it: “Non abbiamo fatto dei semplici arresti, ma abbiamo disarticolato un sistema”.
A cura di Giorgia Venturini
48 CONDIVISIONI
Immagine

C'è anche un agente della polizia locale della provincia di Milano tra gli 81 italiani indagati nella maxi operazione denominata "Luna Park" scattata la mattina di mercoledì 16 dicembre in 18 regioni d'Italia e in altri dieci Paesi. In Italia le indagini, coordinate dalla polizia postale e dalla Procura di Milano, hanno smascherato gruppi su Whatsapp e Telegram che contenevano foto e video di violenze sessuali su bambini piccoli, tra cui anche alcuni neonati. In manette a Milano sono finite tre persone, tutte arrestate in flagranza di reato per essere state trovate, durante le perquisizioni, in possesso di materiale pedopornografico: due informatici di 40 e 29 anni e un agente delle polizia locale di 33 anni in servizio in un Comune alle porte di Milano. E per lo stesso reato altri tre lombardi sono ora sotto indagine.

Le indagini eseguite da alcuni agenti della polizia postale di Milano

Per svelare il traffico pedopornografico sul web sono stati necessari due anni di indagini e quattro agenti della postale di Milano sotto copertura per identificare i 432 pedofili dislocati in più parti del mondo e per smantellare 16 associazioni criminali che gestivano oltre 150 gruppi sui social creati per scambiarsi appunto materiale pedopornografico. In Italia in tutto sono 81 le persone coinvolte, 15 quelle arrestate in flagranza: oltre all'agente di polizia locale milanese anche un ottico con collaborazioni universitarie di 71 anni di Napoli e un disoccupato di 20 anni di Venezia. Le perquisizioni di questa mattina si sono concentrate in 53 province e 18 regioni. Stando a quanto riferito a Fanpage.it dalla polizia postale di Milano, gli indagati milanesi non avevano avuto un ruolo attivo all'interno dell'organizzazione "ma questo non toglie gravità alla loro posizione. Persone come loro che vedevano e scambiavano video sono fondamentali per la sopravvivenza del gruppo criminale". Ora i tre arrestati si trovano in carcere a San Vittore nell'attesa della convalida dell'arresto. Intanto l'agente di polizia finito in manette è stato sospeso dal servizio in attesa del processo.

Chi violava l'anonimato dell'organizzazione criminale veniva cacciato

Tutte le persone coinvolte all'interno dell'organizzazione avevano ruoli e mansioni ben definite: c'è chi faceva da promotore e chi gestiva il sistema. Il tutto sotto precise e severe norme di comportamento. La regola prima era quella di preservare l'anonimato e quindi assicurare il sodalizio criminale. E chi violava questi codici di comportamento era punito con l'espulsione da parte degli amministratori. Ora gli 81 indagati, tra cui i due informatici e il poliziotto milanese, dovranno chiarire la loro posizione davanti ai giudici. Certo è che, come spiegano dalla postale, "questa operazione ha alzato l'asticella del contrasto in Italia alla pedopornografia". E ancora: "Non abbiamo semplicemente fatto degli arresti, abbiamo disarticolato un sistema e con questo le violenze su minori. Perché per far girare sul web altri video vuol dire che dovevano essere commesse altri abusi".

48 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views