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Via Tito Livio a Milano, le polemiche dopo la morte di Luca Marengoni investito dal tram: “È pericolosa”

Ma il Comune replica: “In quel tratto non ci sono problemi. Anzi, la presenza di un linea tram in sede protetta evita i problemi di promiscuità con veicoli e pedoni”.
A cura di Francesca Del Boca
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"Tito Livio è una strada molto pericolosa". "L'attraversamento è una colata di cemento a caso, crea un incrocio non segnalato a 50 metri da una scuola". "Quel punto doveva essere attrezzato, va fatto un intervento di protezione dei binari".

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Sono solo alcune delle polemiche che impazzano tra i cittadini, nei gruppi social di quartiere e per strada, dopo la morte di Luca Marengoni, il 14enne investito stamattina da un tram in via Tito Livio a Milano: stava attraversando la strada per andare a scuola, nel liceo scientifico dall'altra parte dello stradone, quando è rimasto schiacciato tra i binari con la sua bicicletta.

Secondo una prima ricostruzione, Luca pedalava lungo via Tito Livio insieme a un compagno di scuola. I due provenivano da piazza Salgari e si stavano dirigendo verso l’istituto, nella carreggiata diretta verso il centro. Quando il ragazzo, secondo alcuni testimoni, avrebbe svoltato nel tratto asfaltato all’altezza di via Marcellino Ammiano.

La bicicletta di Luca
La bicicletta di Luca

Le polemiche dei cittadini sulla sicurezza di via Tito Livio

Restano ancora da accertare le dinamiche dell'incidente avvenuto stamattina tra il quartiere di Calvairate e Porta Romana, poco prima che suonasse la campanella tra i banchi del liceo scientifico Albert Einstein. Ma già piovono critiche e accuse ben precise.

"Adesso è il momento di assegnare le responsabilità. C'è una percezione di mancanza di sicurezza riguardo a via Tito Livio: che ci sta a fare una lingua di asfalto prima dell'attraversamento? Al successivo incrocio in via Lattanzio mesi fa sono stati rifatti i marciapiedi ed aumentare le protezioni per evitare gli attraversamenti indebiti. E in altre zone di Milano (Corsica-XXII Marzo, ad esempio) le sedi tranviarie sono protette a dovere dalle barriere".

"Quelle strutture sono vecchie, bisogna rinnovare e mettere delle paratie intorno ai binari del tram". E ancora. "Servono le infrastrutture per pedoni e biciclette, e più piste ciclabili in prossimità delle scuole". "Milano non è una città per ciclisti".

La replica del Comune di Milano

Rimanda al mittente le proteste sulla presunta pericolosità della strada il Comune di Milano (che ha proclamato il lutto cittadino), attraverso l'assessorato alla Mobilità che fa capo ad Arianna Censi.

"Quel tratto di via Tito Livio non ha elementi che possano indicarne la pericolosità", fanno sapere, contattati da Fanpage.it. C'è visibilità, ed è un rettilineo separato dalla strada. "Anzi, la presenza di un linea tram in sede protetta evita i problemi di promiscuità dei veicoli e dei pedoni". Dove per sede protetta si intende una corsia preferenziale differenziata dal traffico delle automobili.

La Procura, intanto, ha aperto un fascicolo con l'ipotesi di omicidio stradale colposo e ha indagato come da prassi il tranviere dell'Atm che conduceva il mezzo. Il pm di turno Cristina Ria ha disposto il sequestro del vagone per le analisi della scatola nera e delle eventuali telecamere di bordo, l'acquisizione dei video della zona, e l'autopsia. Sequestrata anche la bicicletta. Si stanno ascoltando i testimoni.

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