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Ventunenne suicida dopo la denuncia di violenza sessuale, si indaga anche per istigazione

La Procura di Lodi ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio sulla morte della 21enne, che si è uccisa dopo aver denunciato di essere stata stuprata.
A cura di Nico Falco
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La Procura di Lodi ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio per la vicenda della 21enne che si è uccisa martedì sera, 28 maggio, lanciandosi dal quarto piano dell'ospedale di Vizzolo Predabissi, in provincia di Milano; per ora non ci sono indagati, si tratta di un atto necessario per svolgere tutti gli accertamenti necessari per ricostruire la vicenda. È stato invece scarcerato e sottoposto agli arresti domiciliari il 28enne denunciato dalla giovane, che si sarebbe reso responsabile di violenza sessuale nei locali dell'ospedale del Milanese.

Il 28enne ai domiciliari. Indagine per istigazione al suicidio

A decidere la misura cautelare è stato il gip Francesco Salerno. La Procura ha avviato le verifiche nell'ospedale, in particolar modo sulle registrazioni delle telecamere di sicurezza. Parallelamente, subito dopo il decesso, è stato aperto il fascicolo per istigazione al suicidio. L'autopsia sul corpo della ventunenne si terrà lunedì, 3 giugno, nell'Istituto di Medicina legale di Pavia.

La ragazza era arrivata in ospedale la sera del 27 maggio ed era stata temporaneamente ricoverata nel Pronto Soccorso, dove si trovava anche il 28enne, italiano e incensurato. Lo stupro, stando alla denuncia, sarebbe avvenuto quando era stata spostata nell'ambulatorio: l'uomo, ubriaco, l'avrebbe seguita e avrebbe abusato di lei su una barella. La giovane aveva chiesto aiuto ai sanitari e sul posto erano arrivati i carabinieri di Melegnano.

Lo stupro nel Pronto Soccorso di Vizzolo

L'uomo era stato rintracciato subito, era ancora nel Pronto Soccorso, dormiva. Ai militari aveva detto di non sapere come era arrivato in ospedale, di ricordare soltanto di essersi addormentato su una panchina. Quando si era svegliato in ospedale, aveva detto, aveva conosciuto la ragazza, che era stata poi portata in un box del reparto visite. Il giovane aveva negato gli abusi davanti al gip. Già martedì mattina, 28 maggio, era stato sottoposto a fermo e portato in carcere.

La 21enne, invece, era stata accompagnata nella clinica Mangiagalli di Milano, specializzata nei casi di violenza sulle donne, dove erano state accertate lesioni guaribili in 20 giorni. Successivamente era stata riportata nell'ospedale di Vizzolo, dove si è tolta la vita la sera del 28 maggio.

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