Venti donne violentate dalla Setta delle Bestie, chi è il capo dell’organizzazione
Si facevano chiamare la "psicosetta della bestie" per via dei soprannomi di animali con cui si facevano chiamare. A fare parte del gruppo era 26 persone: quindici di Milano mentre gli altri undici sono originari della provincia milanese, di quella di Varese e di Bergamo. Tutti e 26 ora sono finiti per la prima volta davanti alla Corte d'Assise a Novara ieri venerdì 24 febbraio per l'inizio del processo. Le accuse sono associazione a delinquere finalizzata a commettere violenze sessuali aggravate e di gruppo, abusi, anche su minori, con riduzione in schiavitù delle vittime.
Le vittime della setta sarebbero state una ventina tra il 1990 e il 2020: tutti giovani che venivano adescate in qualche scuola di danza o centro psicologico. Poi la violenza. Ma chi faceva parte della setta criminale e chi gestiva tutta l'organizzazione?
Chi faceva parte della Setta delle Bestie
I membri della Setta delle Bestie non erano pregiudicati. Nessun passato criminale o altro. Erano persone comuni con lavori stimati che però nascondevano ben altro. A salire sul banco degli imputati ci sono manager, imprenditori, insegnanti, maestre di danza, psicologhe e anche autori di libri. Era stata l'operazione "Dioniso" della Polizia di Stato a far scattare le manette per loro nel 2020: le indagini erano scattate grazie alla denuncia di una donna che era entrata nella setta a sette anni.
Non sarà in aula il capo del gruppo, per motivi gravi di salute non presenzierà al dibattimento. A tenere il piedi l'organizzazione era il 79enne Gianni Maria Guidi. Dai suoi affiliati si faceva chiamare "il Dottore" o "il Pontefici" e aveva istallato più basi operative per il Nord Italia, come a Cerano in provincia di Novara, in Lomellina e in Oltrepo nel Pavese, nel Milanese e in Liguria.
Chi era a capo dell'organizzazione
Gianni Maria Guidi era un'erborista-guru e trent'anni fa aveva fondato la setta. Ad affiancare il guru c'erano alcune donne: chi faceva gestiva erboristerie, chi scuole di danza o di spada celtica e altre ancora case editrici. L'unico obiettivo era quello di reclutare nuovi giovani all'interno dell'organizzazione. Le nuove "reclute" venivano violentate e torturate, così che venivano ridotte in uno stato di totale sottomissione. Poi finalmente la prima denuncia nel 2018 e le indagini scattate dalla Squadra Mobile di Novare che ha portato a 26 arresti. Tutti ora dovranno chiarire i dettagli dell'organizzazione davanti al giudice.