Vendita stadio San Siro, Luigi Corbani: “Il Meazza valutato per 197 milioni, ma il prezzo giusto è più del doppio”

La Procura di Milano ha aperto un fascicolo d'indagine, al momento senza ipotesi di reato né indagati, sulla vendita dello stadio ‘G. Meazza' di San Siro e delle aree limitrofe a Milan e Inter. Nei prossimi giorni verranno disposti approfondimenti per capire se possano esserci eventuali danni alle casse pubbliche. Per il sindaco Beppe Sala, si tratterebbe solo di un "atto dovuto" a seguito di un esposto. Di diversa opinione, però, è Luigi Corbani, l'ex vicesindaco di Milano e promotore del Comitato Sì Meazza che ha firmato l'esposto: "L'Agenzia delle Entrate ha valutato il costo di stadio e aree di 197 milioni di euro, ma si è basata su dati sbagliati", ha dichiarato a Fanpage.it, "la valutazione dovrebbe essere di 403 milioni di euro".
Il sindaco Beppe Sala si è riferito a voi del Comitato Sì Meazza come "un partito virtuale dei signori del no, che se si candidasse prenderebbe l’1 per cento". È d'accordo con questa interpretazione del vostro operato?
Sì, siamo il partito del "no alle truffe, no agli espropri del Comune di Milano, no ai danni del Comune di Milano". Ebbene sì.
Anche secondo lei l'apertura delle indagini della Procura è solo un atto dovuto?
Se secondo Sala è solo un atto dovuto, allora non dovrebbe preoccuparsene.
Il sindaco ha detto che la valutazione è stata fatta dall'Agenzia delle Entrate e che non esiste ente più titolato. Si parla di un costo totale di 197 milioni, di cui 73 per lo stadio e il resto per le aree limitrofe.
Se l'Agenzia delle Entrate viene e dice che casa sua vale 1 euro, lei giustamente obietta. Non è che perché la valutazione l'ha fatta l'Agenzia delle Entrate, allora è insindacabile. È una valutazione, a nostro avviso, fatta sulla base di dati del Comune di Milano che sono sbagliati.
Cosa non sarebbe stato calcolato nel modo adeguato?
Il Comune avrebbe dovuto riferire all'Agenzia delle Entrate quanto aveva incassato da 25 anni a questa parte dalla convenzione. L'Agenzia ha fatto la valutazione della capitalizzazione dei redditi, che si fa partendo dal principio che un bene vale quanto il reddito che produce nel tempo, ma ha usato come base di partenza 5 milioni annui, mentre invece il Comune ne incassa 10 all'anno.
Per essere sicuro ho fatto la richiesta di accesso agli atti per sapere quanto ha incassato effettivamente il Comune dalla convenzione, viene fuori che ha incassato 10 milioni e 600mila euro all'anno, quindi in pratica 260 milioni in 25 anni. Come si fa a valutare un bene 73 milioni quando il Comune incassa quella cifra in 7 anni? Quindi l'Agenzia delle Entrate si è basata sulla metà del contributo previsto dalla concessione, firmata nel 2000. E questa è solo il primo errore.
Quale sarebbe l'altro?
La valutazione è stata fatta sulla cosiddetta ricostruzione dell'immobile con deprezzamento. Cioè, se demolisco un bene, devo valutare quanto mi costa ricostruirlo e faccio la valutazione sulla base della vetustà. Sulla base di un'indicazione del Comune di Milano, l'Agenzia delle Entrate dice che la vetustà dello stadio di San Siro è di 65 anni, ma non è vero. Nel 1990 il Comune ha fatto il terzo anello, e per farlo doveva avere la garanzia che il primo e il secondo anello fossero validi. Per il Mondiale di calcio del '90 il Comune ha speso 120 miliardi di lire per mettere a posto lo stadio e farlo rientrare nelle norme di Fifa e Uefa.
Come incide, invece, la suddivisione dei posti per gli spettatori sulla valutazione dello stadio?
Quando Milan e Inter hanno incontrato l'Agenzia delle Entrate insieme agli uffici del Comune hanno inventato tre categorie, che non esistono nelle norme Uefa, in merito ai posti riservati per le corporate hospitality. In pratica, si tiene in considerazione quanti posti Skybox vengono offerti, che è il modello di business americano che Gerry Cardinale (fondatore di RedBird Capital, fondo d'investimenti proprietario dell'A.C. Milan, ndr) ha detto di voler esportare a Milano. In base a queste categorie, lo stadio di San Siro risulta di secondo livello perché non ha molti Skybox, mentre stando ai parametri Uefa sarebbe del livello più alto, tanto che era in lizza per ospitare la finale di Champions League nel 2027.
Quindi, partendo da questi dati è stato valutato un posto stadio a 2mila euro. Facendo tutti i conti, si è arrivati alla cifra di 73 milioni di euro per lo stadio che, ripeto, è quanto incassa il Comune in soli 7 anni di concessione.
Perché secondo lei il sindaco Sala accetterebbe una valutazione sottostimata di San Siro?
Perché non è un sindaco che fa l'interesse pubblico, ma non è nemmeno un manager perché altrimenti non avrebbe portato avanti questa storia per cinque anni e mezzo. Non ha mai risposto alle obiezioni dei cittadini del Comitato Sì Meazza o alle persone che vogliono discutere, ma li accusa dicendo che sono "il partito del no". Visto come è andata con il Salva Milano, evidentemente vuole che finisca allo stesso modo con San Siro. Se ne faccia una ragione, lo stadio non si demolirà e se i fondi americani vogliono investire, devono tirare fuori i loro soldi, non quelli del cittadini.
Cosa intendete fare ora?
Adesso noi agiremo su tutti i fronti, finché questa delibera non verrà ritirata. Il sindaco deve assumersi la responsabilità di aver portato avanti in maniera privatistica una vicenda che grida vendetta. Si deve mettere da parte questa operazione e fare quello che come Comitato Sì Meazza abbiamo da sempre proposto: un concorso pubblico di idee sulla sistemazione di San Siro, un concorso per la gestione di San Siro e la realizzazione di un parco. Perché a me, ma anche agli altri cittadini, non interessa se i fondi vogliono comprare quelle aree per costruirci l'ennesimo centro commerciale.