Vende prodotti online inesistenti a decine di clienti, Marco Melega condannato a 10 anni
È stato condannato a 10 anni e 5 mesi di reclusione Marco Melega, l'imprenditore cremonese conosciuto come il "mago" delle vendite online ritenuto colpevole di frode fiscale, autoriciclaggio e bancarotta. Usando prestanome e società che emettono fatture per operazioni inesistenti, avrebbe ideato, organizzato e messo in atto un meccanismo che gli permetteva di riciclare a proprio vantaggio il denaro che accumulava raggirando centinaia di utenti online. Melega era stato arrestato nel luglio del 2019 insieme a Cristiano Visagalli, che il pm ha definito "il suo interlocutore privilegiato" e che ha patteggiato una pena di 4 anni e 6 mesi scaricando tutte le responsabilità sull'imprenditore cremonese.
Come funzionava il metodo di Melega
L'inchiesta ‘Doppio Click‘ è stata condotta dalla guardia di finanza e ha permesso di scoprire il sistema studiato da Melega per poter riciclare denaro. L'imprenditore attirava potenziali clienti con offerte pubblicizzate sia su emittenti televisive che radiofoniche di rilievo nazionale, ma anche attraverso siti di e-commerce, proponendo prezzi concorrenziali per prodotti come vini pregiati, abbigliamento, carbutanti e casalinghi.
Il denaro che riceveva sui conti correnti delle società veniva trasferito ad altre società ancora simulando il pagamento di operazioni che, in realtà, non erano state mai effettuate. Quelle somme venivano monetizzate attraverso altri trasferimenti, o sotto forma di stipendi e pagamenti di consulenze.
Riconosciute 65 truffe online
Il cliente, invece, dopo aver effettuato il bonifico non riceveva mai la merce. Alcune società aperte da Melega, poi, sarebbero state svuotate e fatte fallire Srl intestate a "teste di legno" a lui riconducibili.
Melega è stato, quindi, condannato a 10 anni e 5 mesi di reclusione. Gli sono state riconosciute 65 delle 95 truffe online contestate. La pm Chiara Treballi aveva chiesto 12 anni di reclusione. I difensori di Melega hanno dichiarato di attendere la pubblicazione delle motivazioni per valutare se presentare ricorso.