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Covid 19

Varianti Covid, com’è la situazione negli ospedali della Lombardia

La diffusione delle varianti Covid preoccupa la Lombardia. Dopo gli appelli alla prudenza, arriva la denuncia di Massimo Galli, primario dell’ospedale Sacco di Milano: “Mi ritrovo ad avere il reparto invaso da nuove varianti”. Critica la situazione a Brescia. In altre zone invece i dati mancano e non è chiaro quanto incidano i nuovi ceppi. Ecco la situazione degli ospedali lombardi.
A cura di Simone Gorla
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In Lombardia sale l'apprensione per la diffusione delle varianti Covid-19. Dopo il focolaio di Corzano, in provincia di Brescia, c'è il timore che l'incidenza dei ceppi inglese, sudafricano e brasiliano sia a livello regionale attorno al 30 per cento. Un dato in aumento e che potrebbe arrivare all'80 per cento nelle prossime settimane, come ha avvertito la vicepresidente e assessore al Welfare, Letizia Moratti.

Anche Massimo Galli, primario dell'ospedale Sacco di Milano, ha lanciato un allarme: "Siamo tutti d’accordo che vorremmo riaprire tutto quello che si può aprire. Però guardi caso io mi ritrovo ad avere il reparto invaso da nuove varianti, e questo riguarda tutta quanta l’Italia e fa facilmente prevedere che a breve avremo problemi più seri. Questa è la realtà attorno alla quale è inutile fare ricami". L'epidemiologo Carlo La Vecchia, intervistato da Fanpage.it, avverte: "Eventuali chiusure ulteriori sono inevitabili in alcune aree. Penso alla bassa provincia di Brescia". Vediamo com'è la situazione negli ospedali della Lombardia.

A Milano oltre all'ospedale Sacco dove il dottor Galli ha denunciato un aumento dei casi, i sequenziamenti delle nuove varianti vengono svolti anche in altri centri. Al Policlinico di Milano non viene segnalato nessun caso ricoverato di varianti e i ricoveri sono più bassi delle settimane precedenti. Al Niguarda invece non ci sono dati sulle varianti dei pazienti. Al momento non sono segnalati incrementi di ricoveri o accessi in pronto soccorso.

A Brescia in aumento le diagnosi di nuove varianti

Anche a Brescia agli Spedali Civili i ricoveri sono stabili, e si registra lo stesso numero della scorsa settimana (250). Sono in aumento le diagnosi di nuove varianti.

Pochi dati sulle varianti da Varese e Monza, le due province tra le più colpite nella seconda ondata "autunnale". A Varese sono stati riscontrati alcuni dei primi casi di variante inglese, brasiliana e sudafricana. Attualmente, però, "lo studio delle varianti è orientato più sul territorio (viaggiatori, cluster epidemici) e meno sui ricoverati", spiegano dalla Asst Sette Laghi. Nessun caso di variante covid registrato ufficialmente al San Gerardo di Monza.

Anche a Como nessuna notizia di varianti: "non ne abbiamo ancora varianti riscontrate in provincia né in ospedale", confermano dall'Asst Lariana. In provincia di Sondrio sono stati riscontrati tre casi di variante inglese, ma nessun ricovero in ospedale.

Intanto dalla provincia di Lodi, dove quasi un anno fa si sviluppò la pandemia di Coronavirus, arriva la notizia di un aumento, anche se lieve dei casi: stando a quanto riferito all'agenzia di stampa Agi da Stefano Paglia, il responsabile dei pronto soccorso di Lodi e Codogno, "oggi si sono contati 6 nuovi casi da ricoverare a Codogno e 5 a Lodi. Numeri non eclatanti, ma sembra ci sia una tendenza in incremento". Anche a Lodi però non vengono attualmente sequenziate le varianti, e non ci sono dati a riguardo.

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