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Varese provincia nera: il 2022 è l’anno dei delitti in famiglia

La lunga scia di sangue che scorre nel Varesotto: nel 2022 tanti i casi di omicidi efferati. Che, nella maggior parte dei casi, vengono maturati all’interno del contesto familiare. E il killer è il padre.
A cura di Francesca Del Boca
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I carabinieri a Samarate (Varese) dopo la strage ad opera di Alessandro Maja
I carabinieri a Samarate (Varese) dopo la strage ad opera di Alessandro Maja

Il piccolo Daniele Paitoni, Giada e Alessio Rossin, Stefania e Giulia Maja. Sono solo alcuni dei nomi delle vittime di questo 2022 che già nella prima parte dell'anno ha tinto di sangue la provincia di Varese. Provincia nera, quella dove si sono verificati i peggiori casi di omicidio degli ultimi tempi. I più efferati, nella maggior parte dei casi maturati all'interno del contesto familiare e per la mano di un padre killer.

Una lunga scia di morte unisce queste storie, avvenute tutte nella ricca e placida campagna del Varesotto. Tra villette a due piani con il giardino e strade pulite, ordinate. Una patina di apparente tranquillità, che ben tiene nascosti problemi, tensioni, ossessioni, istinti omicidi. Finché non esplodono, all'improvviso.

Daniele Paitoni ucciso dal padre a Morazzone

La notte di Capodanno del 2022 si apre a Morazzone con il caso del piccolo Daniele Paitoni, sette anni, ucciso dal padre con un taglio netto alla gola. Il padre, Davide, si trovava ai domiciliari, e aveva chiesto all'ex moglie il permesso di passare un po' di tempo con il figlio. Durante queste ore insieme, l'ha sgozzato e poi l'ha rinchiuso in un armadio. L'uomo ha poi raggiunto la madre del piccolo, dalla quale si stava separando, e le ha assestato tre coltellate alla schiena. È morto suicida, in carcere.

Un altro padre omicida a Mesenzana

Stessa sorte per Andrea Rossin, 44enne di Mesenzana: dopo aver ucciso i figli Giada e Alessio, di 7 e 13 anni, colpendoli a morte con una coltellata affondata dritta nel petto, si è tolto la vita. Soffriva di una depressione non diagnosticata. E, anche in questo caso, si stava separando dalla moglie. È una mattina di marzo quando le urla disperate della donna, che ha appena scoperto i cadaveri, svegliano tutto il paese.

La villetta del triplice omicidio a Mesenzana (Varese)
La villetta del triplice omicidio a Mesenzana (Varese)

La strage notturna di Samarate

A maggio, il dramma che ha forse fatto più rumore. Alessandro Maja, architetto-imprenditore di successo e padre di due figli, si sveglia in piena notte e impugna cacciavite e martello. Prima entra nella camera da letto della figlia Giulia, 16 anni, che sta dormendo. Dopo averla finita, con colpi efferati al cranio e alla gola, passa all'altro figlio, Nicolò. Per ultima tocca alla moglie Stefania, che riposa sotto il plaid sul divano.

Nicolò riporterà gravissime ferite, con la testa fracassata, ma se la caverà: adesso si trova ancora in ospedale. Niente da fare per la ragazza e la donna, invece. "Vi ho uccisi tutti, bastardi", avrebbe urlato l'assassino, sporco di sangue per strada. 

Gli altri omicidi nel Varesotto

Ma non solo omicidi in famiglia, ad opera di padri killer. A insanguinare ancora la provincia di Varese ci sono anche Carol Maltesi, la 26enne uccisa e fatta a pezzi dall'ex compagno, che poi l'ha tenuta per mesi dentro un congelatore comprato appositamente su Amazon. L'ha massacrata con un martello, colpendola fino alla morte. "Perdeva sangue e le ho tagliato la gola, l'ho fatto per pietà", ha poi raccontato. La ragazza voleva lasciare Rescaldina, e quindi anche l'uomo, per trasferirsi altrove.

E infine Carmela Fabozzi, finita il 22 luglio dal pesantissimo vaso di ceramica che il suo assassino le ha calato in testa. Ancora da chiarire la dinamica dell'assassinio, e soprattutto il movente. Ma è l'ennesimo omicidio brutale che macchia Varese e suoi dintorni, facendola sprofondare nell'orrore e nella paura. Paura dei conoscenti, dei familiari.

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