Varese, il killer delle mani mozzate: in appello annullato l’ergastolo per la morte della moglie
Giuseppe Piccolomo era stato condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio della moglie Marisa Maldera, morta carbonizzata all’interno della sua auto nel 2003, dalla Corte d'Assise del Tribunale di Varese nel gennaio del 2019. Ora la Corte d'Assise d'Appello di Milano ha annullato la sentenza. Per i giudici del capoluogo lombardo "non si può processare due volte un cittadino già condannato per il medesimo fatto, secondo il principio del ne bis in idem", come riporta anche il quotidiano "Varese News". Per i giudici, dunque, resta valida la pena di un anno e tre mesi decisa nel 2006 durante un patteggiamento tra le parti. Per i legali, infatti, si era trattato di omicidio colposo: la donna sarebbe stata vittima di un incidente stradale.
Il pubblico ministero pronto a far ricorso in Cassazione
Al quotidiano del Varesotto il legale di Piccolomo Stefano Bruno ha parlato di "una sentenza giuridicamente corretta e nella quale è stato applicato il diritto. Siamo riusciti a tenere fuori tutti gli aspetti emotivi della questione perché a Varese si era creata un'aspettativa colpevolista frutto di una forte campagna mediatica". Ma non finisce qui: il pubblico ministero ha già informato che farà ricorso in Cassazione.
Già condannato all'ergastolo per l'omicidio del 2009
Giuseppe Piccolomo infatti era già noto alla cronaca per essere stato condannato all'ergastolo in via definitiva per l'omicidio "delle mani mozzate": era il 5 novembre del 2009 quando colpì con 23 coltellate l'anziana Carla Molinari, una pensionata di Cocquio Trevisago, nel Varesotto. Fu un efferato omicidio che sconvolse la zona: l'uomo infatti le tagliò la gola con una forza tale da decapitarla e la mutilò mozzandole le mani. Per quest'omicidio per anni gli inquirenti seguirono la pista dei motivi economici, mai però confermata nel corso del tempo. Ora Piccolomo sta scontando la pena nel carcere di Bollate.