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Covid 19

Varanti Covid e casi in aumento: perché la Lombardia rischia la zona arancione

Casi in aumento del 15 per cento nell’ultima settimana, curve in risalita, indice Rt che a Milano è tornato sopra l’1. Oltre ai focolai di varianti Covid che hanno fatto scattare quattro zone rosse. Ecco perché la Lombardia rischia di passare in zona arancione, anche se la situazione negli ospedali è ancora stabile e sotto controllo.
A cura di Simone Gorla
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Tra i timori per la diffusioni per le varianti covid e i contagi in aumento negli ultimi sette giorni, la Lombardia si avvicina con qualche apprensione alla decisione di fine settimana sul possibile passaggio da zona gialla a zona arancione. 

In attesa della consueta riunione del venerdì della cabina di regia del Comitato tecnico scientifico, che analizzerà i dati forniti dalla Regione e calcolerà l'indice Rt, parametro ancora fondamentale per l'assegnazione della fascia di colore, ci sono già alcuni elementi che fanno ritenere possibile un incremento delle restrizioni.

"Io spero di no, i dati ufficiali non sono ancora arrivati, con il Cts ci si confronta il venerdì", ha commentato il governatore lombardo Attilio Fontana. "Mi auguro non si verifichi, ma è acquisito che con le chiusure i dati migliorano e con le aperture peggiorano".

Indicativa è la situazione di Milano, provincia dove i casi sono in aumento, come in quella di Brescia. Guardando al report giornaliero di Ats Milano Città Metropolitana, si osserva che l'indice Rt del territorio del capoluogo è tornato sopra quota 1, la soglia ritenuta critica dagli esperti.

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A livello regionale preoccupa l'aumento di casi positivi attorno al 15 per cento nell'ultima settimana. Incremento legato ai focolai di varianti, ma anche agli effetti delle riaperture. Dal 1 febbraio la Lombardia è in zona gialla e il virus potrebbe aver ripreso velocità per quello. Le zone rosse istituire da ieri a Bollate (Milano), Castrezzato (Brescia), Mede (Pavia) e Viggiù (Varese) dovrebbero servire a contenere la diffusione delle varianti.

I dati settimanali raccolti e diffusi dal consigliere regionale del Pd Samuele Astuti confermano una situazione in evoluzione, con curve in risalita sia per quanto riguarda i positivi sia i decessi. "Non si possono utilizzare gli stessi parametri impiegati in passato per modulare le misure di contenimento, ma bisogna considerare la maggior pericolosità di queste nuove varianti – sottolinea il consigliere – Come abbiamo già chiesto troppe volte, è necessario potenziare il sistema di tracciamento".

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Resta più rassicurante invece la situazione degli ospedali. A fronte di alcuni allarmi, come quelli del primario del Sacco di Milano, Massimo Galli, e del direttore dell‘ospedale di Chiari, che parlano di reparti di nuovo pieni, i numeri sono ancora lontani da quelli della prima e della seconda ondata. Ieri, 17 febbraio, erano 3.740 le persone ricoverate nei reparti Covid, in aumento di 47 unità, e 363 quelle in terapia intensiva. Numeri al di sotto delle soglie critiche di occupazione dei letti.

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