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Valeria, Simona e Andrea: le storie di tre insegnati che dopo anni di supplenza rischiano di restare senza lavoro

Valeria, Simona e Andrea sono tre docenti triennalisti che da settembre potrebbero rimanere senza lavoro per le politiche decise dal ministero dell’Istruzione. Il loro racconto a Fanpage.it.
A cura di Ilaria Quattrone
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Immagine di repertorio
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Valeria, Simona e Andrea sono tre docenti triennalisti, insegnanti che annualmente ricevono una supplenza e che hanno tre o più anni di esperienza nella scuola. I supplenti vengono "pescati" da un elenco che è diviso in due fasce: nella prima fascia generalmente confluiscono coloro che sono abilitati in una classe di concorso e cioè chi ha svolto percorsi abilitanti più di dieci anni fa o ha superato concorsi che davano possibilità di abilitarsi pur non vincendoli. Nella seconda chi non è abilitato.

Nel 2023, precisamente ad agosto, il Governo ha varato un decreto che prevedeva l'istituzione di percorsi abilitanti. In questo modo chi è in seconda fascia potrà passare in prima e accedere più facilmente alle supplenze. Inizialmente – come aveva spiegato a Fanpage.it il referente del Comitato Triennalisti, Antonio Sanfilippo – si pensava che chiunque avrebbe potuto accedervi.

Successivamente è stato stabilito che avrebbero potuto parteciparvi solo coloro che erano già abilitati in una classe di concorso. A febbraio, con una nota ministeriale, è stata data la possibilità anche a chi ha svolto una specializzazione su sostegno di abilitarsi su materia. Esclusi, quindi, coloro che non sono abilitati o non sono specializzati su sostegno pur avendo anni di esperienza nelle scuole.

Lo scorso aprile è stato poi comunicato che anche i triennalisti avrebbero potuto accedervi, ma nel loro caso i posti sarebbero stati limitati: "Entreranno pochissime persone", aveva precisato Sanfilippo. Attualmente però non è stato ancora organizzato alcun corso per loro.

Come scritto precedentemente, tra coloro che potrebbero restare senza lavoro ci sono Valeria, Andrea e Simona. "Sono originaria di Roma e sono laureata in Ingegneria. Nella mia città svolgevo quattro lavori e nonostante questo non riuscivo a portare a casa uno stipendio decente. Il mio fidanzato doveva aiutarmi anche con l'affitto. Nel 2016 ho letto su Facebook che cercavano un'insegnante di matematica e scienze in una scuola di primo grado in Lombardia. Ho mandato il curriculum e il giorno dopo mi hanno chiamato tramite Mad (Messa a disposizione)", ha raccontato Valeria a Fanpage.it.

"Ho preso la mia piccola valigia, ho salutato tutti quanti e da allora non sono più tornata. Dopo cinque mesi dal mio trasferimento, è arrivato il mio attuale marito. Nel 2017 è nato mio figlio. Ho sempre lavorato con contratto annuale. Sono stata anche insegnante di sostegno, ma dal 2021 ho iniziato a insegnare matematica. Insegno da sette anni. Ho conseguito i 24 crediti formativi che inizialmente erano necessari e per farlo ho pagato una scuola privata. Ne ho poi conseguiti altri per poter continuare a insegnare matematica, che è la mia passione", ha precisato.

Valeria ha sospeso l'esperienza come docente solo per un anno e precisamente durante la pandemia da Covid-19: "Un'azienda mi ha proposto un contratto a tempo indeterminato, che ho accettato e che mi ha consentito di comprare casa con mio marito. Ho lavorato lì solo per un anno perché quel luogo di lavoro non mi piaceva, soffrivo e mi mancavano i ragazzi. Volevo insegnare e, per questo motivo, mi sono licenziata", ha continuato a raccontare.

A settembre 2021 ha ripreso a insegnare matematica. Adesso il suo sogno potrebbe però spezzarsi proprio perché triennalista: "Non abbiamo armi. Mi sento un po' impotente. Chiunque mi veda, mi chiede: ‘Non sei ancora di ruolo a quarant'anni?'. Mi pesa soprattutto adesso che ho un bambino, un marito e una cosa e dopo tutti i sacrifici che ho fatto. Ho vinto la preselettiva del concorso straordinario ter. Sto aspettando di poter svolgere le altre prove. Per la mia classe di concorso, siamo 499 candidati con una commissione molto severa".

La paura è però quella di non riuscire a superare il concorso e soprattutto di rimanere senza un lavoro a settembre: "Non è bello essere disoccupati a quarant'anni. È una sconfitta: sono un po' demoralizzata. Siamo burattini nelle loro mani. E spesso è tutto a nostre spese. Anche il famoso tfa che consente di specializzarsi su sostegno ha comunque un costo importante: bisogna pagare quattromila euro che non tutti hanno".

"Qualcosa deve cambiare per forza. Hanno cambiato le cose nel modo sbagliato e senza ascoltare chi sta veramente nella scuola e che ogni anno si sente dire: ‘Prof, a settembre ci vediamo?' senza però poter rispondere. Il nostro lavoro è molto difficile: i ragazzi hanno problematiche complesse, lo stipendio è ormai da fame, abbiamo un'importante mole di lavoro chiediamo almeno un minimo di dignità".

Dello stesso avviso è Simona che è originaria di Lamezia Terme (Catanzaro) e vive in Lombardia dal 2018: "Mi sono trasferita il 23 settembre 2018, ho ricevuto una nomina da graduatoria d'istituto. Provenivo da una serie di supplenze brevi su strumento musicale ed educazione musicale. Dopo due anni di liceo musicale, non lavoravo qui in Calabria. Ho deciso quindi di fare queste graduatorie d'Istituto nella Bergamasca, il 23 settembre mi hanno nominato nel 2018 su sostegno alla secondaria di primo grado. Mi sono trasferita a Pagazzano (Bergamo)".

"Ho affrontato una serie di spese non indifferenti. I primi tre mesi li ho passati in albergo perché non riuscivo a trovare casa. Avevo anche ipotizzato il convitto, ma poi sono riuscita a trovare soluzione abitativa. Sono stata in Bergamasca per cinque anni: ogni anno su una sede scolastica diversa. Per un anno ho insegnato anche al cpia (Centro provinciale per l'istruzione degli adulti) di Bergamo", ha precisato.

"Sono una diplomata decennale al Conservatorio: ho fatto dieci anni a Vibo Valentia e mi sono diplomata nel 2007. All'epoca il Conservatorio forniva a tutti gli effetti una laurea equipollente al biennio specializzante di ora. Prima di questo, nel 2004, ho conseguito il titolo di maturità psico pedagogica. Fino al 2002 questo diploma era abilitante all'insegnamento nelle scuole primaria, ma dal 2002 è diventata semplice maturità".

Simona vanta un'importante formazione soprattutto in ambito musicale: "Ho conseguito una laurea in giurisprudenza, ho un master in musicaterapia, ho una mia associazione musicale e per un anno ho insegnato al Conservatorio: le mie competenze e conoscenze in musica sono comprovate. Ho svolto un corso di formazione sulla metodologia Gordon per la scuola d'infanzia nido musicale, ho diverse certificazioni per il linguaggio dei segni e il Brail per la scrittura musicale".

"Ci siamo ritrovati in una serie di riforme che escludono alcuni. Tutto si potrebbe risolvere con l'istituzione di una scuola di specializzazione peer gli insegnati che abbia costi calmierati. La destra ha smantellato la scuola pubblica e obbliga anche ad affrontare una serie di costi non indifferenti. Si sono inventati il decreto Indire con il reclutamento degli specializzati light di sostegno, si sono inventati i 24 crediti formativi che ho anche conseguito. Il ministero ci ha reso un bancomat e la politica del credito è una politica errata e che va a discapito delle fasce basse. L'insegnamento sta diventando d'élite. Bisogna fare un passo indietro".

Ed è dello stesso avviso Andrea, che insegna da otto anni (tre alle elementari e cinque alle scuole superiori) italiano e storia: "Sono tra i possibili esclusi dal meccanismo delle supplenze. Non sono ancora di ruolo. Ho fatto un concorso, ma ho passato lo scritto e sono in attesa di poter svolgere l'esame orale. Sia il ministro dell'Istruzione del governo precedente Patrizio Bianchi che quello attuale Giuseppe Valditara hanno deciso che è necessario conseguire questi crediti universitari o percorsi abilitanti: ne hanno attivati per i neolaureati e per chi ha una abilitazione. Per noi precari storici dovrebbero arrivare con posti limitati. Al momento però non sono stati ancora attivati e non è stato varato alcun decreto per la loro attivazione".

"A settembre potrei non avere alcun lavoro e potrei essere scavalcato da chi non ha mai avuto esperienza a scuola. Siamo totalmente abbandonati: siamo i 250mila, ma a nessuno importa. A settembre cosa faremo? Come pagheremo le spese?", conclude Andrea.

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