Valentina Di Mauro uccisa con 59 coltellate, il compagno ricorre in Appello: “Più valore alle attenuanti”
Farà ricorso in Appello Marco Campanaro, l'uomo che ha ucciso la compagna 33enne Valentina Di Mauro con 59 coltellate al termine di una lite alle quattro della mattina del 25 luglio 2022. Campanaro era stato condannato in primo grado dalla Corte d'Assise di Como a 22 anni di reclusione. Ora la difesa punta al secondo grado per una riduzione della pena: l'avvocato chiede di porre l'accento sulle attenuanti generiche rispetto che sulle aggravanti, cosa che invece in primo grado – come spiega La Provincia di Como – erano state ritenute equivalenti.
Nel dettaglio durante il processo secondo la difesa si era tenuto conto dell’aggravante della relazione personale al pari delle due attenuanti, ovvero il vizio parziale di mente dell’imputato e il corretto comportamento processuale. E ancora, i legali contestano il fatto che la quantificazione della pena non era partita dal minimo edittale. Così hanno spiegato i giudici della corte d'Assise nelle loro motivazione: la pena non poteva "assestarsi sul minimo" previsto per questo reato vista "l’estrema gravità" dell’accaduto in danno di una ragazza che aveva fatto in tempo a "rendersi conto di ciò che l’attendeva". I giudici avevano sostenuto inoltre che la vittima era morta a causa di "gratuite sofferenze".
Secondo i giudici della Corte d'Assise però sull'omicidio avevano inciso i problemi psichiatrici tanto che il perito della corte aveva dichiarato la seminfermità mentale. Campanaro si era accorto di non stare bene pochi giorni prima l'omicidio e si era rivolto al servizio sanitario nazionale senza però trovare una soluzione. Durante il processo è emerso anche questo: così i giudici del Tribunale di Como avevano precisato che questa "disfunzione" aveva contribuito alla tragedia. Questo aveva fatto cadere l’aggravante della crudeltà chiesta anche dalle parti civili. Ora in Appello il processo potrebbe ripartire.