Vaiolo delle scimmie sequenziato a Pavia, il professor Fausto Baldanti:”Tutti sono infettabili da questo virus”
Grande risultato nei laboratori del San Matteo di Pavia. Qui, il team di virologi e ricercatori guidato dal professor Fausto Baldanti, per la prima volta in Italia ha sequenziato l’intero genoma di un ceppo di vaiolo delle scimmie, prelevato direttamente dal tampone cutaneo di uno dei pazienti di ritorno dalle Canarie, attraverso un particolare approccio di metagenomica di nuova generazione. Intanto i casi positivi finora diagnosticati al San Matteo sono 4: è in corso il sequenziamento dei 3 casi rimanenti e procedono le analisi per due ulteriori casi sospetti. A Fanpage.it parla proprio il professor Fausto Baldanti, a capo della squadra che ha ottenuto questo importante traguardo.
Professore, quali sono le conseguenze pratiche di questa scoperta scientifica?
Innanzitutto la possibilità di collocare la presenza del virus italiano in un contesto più ampio, per comprendere meglio che origini ha e quindi tracciare meglio i suoi movimenti. In questo caso l'analisi ha mostrato chiaramente che il genoma ottenuto appartiene al ceppo dell'Africa occidentale, ed è quindi strettamente correlato con i focolai di Spagna e Portogallo. Abbiamo inoltre la prova che questo sia un virus più grande, ovvero più stabile geneticamente: significa che non ci dobbiamo aspettare una deriva di varianti come quelle del Covid-19.
Cosa rimane ancora da definire?
Studiando e sequenziando tutti i ceppi a livello globale si potrà rispondere più che altro a questa domanda: cosa ha consentito all'agente virale di tornare a infettare di nuovo? Perché il virus ultimamente ha acquisito una maggior diffusione da uomo a uomo? É avvenuta una mutazione specifica?
Chi ha fatto il vaccino prima del 1981 è protetto dal vaiolo delle scimmie?
Anche questo si saprà con più certezza più avanti, ma grazie a queste ultime informazioni genetiche possiamo stabilire se il vaccino che hanno fatto gli over 50 possa essere ancora efficace al giorno d'oggi o se debba essere necessariamente aggiornato.
Si possono già delineare delle caratteristiche cliniche comuni ai pazienti finora esaminati?
Si è detto che gli individui colpiti sono maschi, che hanno rapporti sessuali con altri maschi e che abbiano avuto un qualche legame con la Spagna o il Portogallo. Quel che è certo però è che questo virus di vaiolo può colpire chiunque: non è ristretto a determinate categorie di persone. Ricordiamolo, tutte le persone sono infettabili. Il contagio avviene infatti attraverso le gocce salivari e il contatto con le vescicole cutanee infette.
Questi frequenti salti di specie dall'animale all'uomo sono sempre accaduti, o siamo davanti a un fenomeno nuovo?
Gli spillover, ovvero questi salti di specie, sono costantemente avvenuti. Oggi abbiamo a disposizione tecnologie tali che ci consentono di identificarle più facilmente, sì. Ma, d'altra parte, c'è anche da dire che viviamo in un mondo sempre più interconnesso, abitato da sette miliardi di persone, con una situazione ecologica estremamente modificata rispetto a un tempo: si pensi anche la grande diffusione di malattie in ambito animale, come la peste suina. Dunque è possibile che questi elementi collidano tra di loro. Insomma, è probabile che questi salti si ripropongano con più frequenza nel futuro.