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Vaiolo delle scimmie in Italia ed Europa

Vaiolo delle scimmie, come stanno i tre positivi lombardi e cosa si deve fare in caso di sintomi

I positivi al vaiolo delle scimmie in Lombardia sono saliti a tre. La Regione ha già comunicato il protocollo che gli ospedali devono seguire in caso di comparsa dei sintomi.
A cura di Enrico Spaccini
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Immagine di repertorio
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Il monkeypox, meglio conosciuto come vaiolo delle scimmie, è ormai entrato nel territorio lombardo. Dopo un primo caso segnalato nella serata di martedì 24 maggio all'ospedale Sacco di Milano, il giorno dopo altri due casi sospetti sono risultati positivi alle analisi. Uno al San Raffaele e l'altro all'ospedale di Verona. Come confermato a Fanpage.it, questi ultimi due si trovano in isolamento domiciliare. Le loro condizioni di salute sono stabili e vengono seguiti a distanza.

Attivato il contact tracing

Per entrambi, è stato attivato il contact tracing. La trasmissione del virus avviene per contatto e attraverso i droplet, le goccioline respiratorie che emettiamo starnutendo, tossendo ma anche solo parlando. Per cui, sebbene l'origine del contagio sia "riconducibile a cluster internazionali", bisogna provvedere a impedire la comparsa di nuovi positivi. Ecco perché chi entra in contatto con un infetto deve rimanere in quarantena fiduciaria per 21 giorni. Quello che si sa è che il periodo di incubazione è compreso tra i 6 e i 13 giorni, ma può arrivare anche a 21. Si tratta di una malattia che manifesta sintomi che tendono a risolversi in modo spontaneo entro le due o tre settimane.

Il protocollo adottato da Regione Lombardia

Regione Lombardia ha adottato, alla comparsa del primo positivo, un protocollo che gli ospedali, Agenzie di tutela della salute e Aziende socio sanitarie territoriali devono adottare nel caso di segnalazioni. Si definisce "sospetto" un paziente che ha febbre superiore ai 38,3 gradi, mal di testa, linfonodi ingrossati, mal di schiena, mialgia, eruzione cutanea distintiva. Confermati i sintomi, si procede con il tampone orofaringeo e il prelievo di un campione di liquido dalle pustole emerse. Il soggetto, se positivo, viene ricoverato solo se necessario. Infine, viene avviato il tracciamento dei contatti.

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