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Vaccini, ordine dei medici di Milano: “Siamo in ritardo, dosi insufficienti per chi ne ha diritto”

“Proprio nell’anno in cui bisognava vaccinare tutti, mancano le dosi in farmacia e pare non bastino quelle per gli over 60. Siamo in ritardo, c’è molta preoccupazione”. È la denuncia del dottor Carlo Roberto Rossi, presidente dell’Ordine dei Medici di Milano, che intervistato da Fanpage.it lamenta la mancanza di pianificazione. “Non è stato fatto abbastanza, ora siamo qui e dobbiamo arrangiarci”.
A cura di Simone Gorla
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"Chi è preposto all'approvvigionamento dei vaccini doveva sapere che era necessario muoversi in anticipo e pianificare bene. Questo non è stato fatto. Ora siamo alla fine di settembre e siamo in ritardo, c'è molta preoccupazione". Il dottor Carlo Roberto Rossi, presidente dell'Ordine dei Medici di Milano, intervistato da Fanpage.it non nasconde la sua irritazione di fronte a quella che definisce una situazione "bizzarra". Proprio nell'anno del Coronavirus, quando secondo tutti gli studi scientifici sarebbe importante assicurare un'ampia copertura vaccinale anti-influenza, in città mancano le dosi.

Regione Lombardia ha ordinato 2,4 milioni di dosi di vaccino, l’80 per cento in più dello scorso anno, e spiega che da metà ottobre inizierà la campagna gratuita per i soggetti fragili (malati cronici, pazienti oncologici, persone in dialisi). In seguito partirà la vaccinazione per anziani e operatori sanitari. Dall'inizio di novembre quella per i bambini con i vaccini spray. Ma l’Ordine di Milano teme siano in realtà dosi non sufficienti a coprire la platea di chi che ne avrebbe diritto gratuitamente

Perché l'Ordine dei Medici ha lanciato un allarme sul tema dei vaccini anti-influenzali?

Rilevo che proprio nell'anno in cui bisognava vaccinare tutti, mancano le dosi in farmacia e pare non bastino quelle per gli over 60, che il ministero consiglia di immunizzare. Dicono che saranno vaccinati solo se avanzeranno dosi dopo la fine della campagna agli over 65. Quindi la fascia 60- 64 anni verrà ‘coperta’ in una seconda fase, solo se avanzeranno vaccini. E, ancora, non è chiaro quante dosi saranno disponibili per i lombardi dai 7 e 59 anni.

Perché ci sono queste difficoltà?

Bisognava pensarci per tempo. Lo sapevamo tutti da tempo che quest'anno era importante. Sia per ridurre febbri e influenza che possono paralizzare la macchina sanitaria che deve fare i tamponi. Sia perché recenti studi hanno dimostrato che la popolazione immunizzata contro l'influenza in caso di contagio da Covid-19 risponde meglio alle cure e presenta un tasso di mortalità inferiore. Ma non è stato fatto abbastanza, ora siamo qui e dobbiamo arrangiarci.

C'è anche un problema logistico, quello di assicurare spazi per vaccinare con il distanziamento.

Sì abbiamo anche questo tema da affrontare. Gli studi di medici e pediatri sono quasi tutti all'interno di condomini. Evitare assembramenti quando tante persone verranno a vaccinarsi è impossibile. Per questo abbiamo chiesto aiuto al Comune di Milano, che ha allestito una tenso-struttura in piazza Duomo.

È una soluzione sufficiente?

No. Potrà andare bene per lavoratori e giovani, ma la maggior parte dei soggetti da vaccinare perché a rischio è costituita da anziani e malati. Per queste persone servono anche punti periferici, vicino a casa. Stiamo lavorando per ottenerli.

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