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Vaccini antinfluenzali, a Milano un medico di base su 5 non ha dato la disponibilità per la campagna

A Milano un medico di base su cinque non ha aderito alla campagna dei vaccini antinfluenzali e quindi non si è messo a disposizione per l’immunizzazione di pazienti fragili. È quanto emerge dai dati presentati oggi da Regione Lombardia. Il livello di partecipazione più alto si raggiunge nell’Ats dell’Insubria e in quella della Brianza (100 per cento)
A cura di Simone Gorla
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A Milano un medico di base su cinque non ha aderito alla campagna dei vaccini antinfluenzali e quindi non si è messo a disposizione per l'immunizzazione di pazienti fragili, anziani over 65 e bambini che inizierà dal prossimo 19 ottobre. È quanto emerge dai dati presentati oggi da Regione Lombardia, in una conferenza stampa in cui ha parlato il direttore generale Welfare, Marco Trivelli, mentre era assente l'assessore Giulio Gallera.

I dati sulla campagna vaccinazioni antinfluenzali 2020/2021 mostrano differenze molto nette tra le diverse Ats lombarde. Il dato più alto sulla partecipazione dei medici di famiglia si ha nelle Ats dell'Insubria e della Brianza (100 per cento di partecipazione), quindi nell'Ats Val Padana (99 per cento) e nell‘Ats di Bergamo (98 per cento). In questi tre territori la partecipazione dei medici di medicina generale è praticamente totale.

Il livello si abbassa nell'Ats della Montagna (95 per cento) a Pavia (88 per cento) a Milano (80 per cento). Il dato più basso è quello dell'Ats di Brescia (78 per cento).

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Partirà dal 19 ottobre la somministrazione dei vaccini antinfluenzali, ha spiegato Trivelli. Inizialmente è prevista in forma gratuita per i pazienti fragili, le donne in gravidanza, gli ospiti delle Rsa e l'inizio degli over 65. A novembre, sarà quindi il turno dei rimanenti over 65 e a seguire quello degli operatori sanitari e i bambini fino a 6 anni di età e gli over 60.

"La Regione ha già acquistato 2.884.000 dosi a fronte di un fabbisogno massimale raccomandato e aggiuntivo a titolo gratuito previsto di 2.768.000 dosi. Ciò significa che l'offerta dei vaccini è non solo coerente con il bisogno, ma addirittura superiore", ha sottolineato il dg Welfare. Questo secondo un calcolo sul target di popolazione che presumibilmente si potrà vaccinare (l'anno scorso non si è raggiunto il 50 per cento, quest'anno il 60 per cento sarebbe "un successo", ha detto Trivelli), mentre se si calcola l'intera popolazione a rischio si arriva a 3 milioni e 800mila dosi necessarie.

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