Vaccini antinfluenzali, 71 sindaci milanesi scrivono al presidente Fontana: “Dosi insufficienti”
"Le dose dei vaccini antinfluenzali sono insufficienti". A scriverlo in una lettera indirizzata al presidente della Lombardia Attilio Fontana e all'assessore al Welfare Giulio Gallera, sono 71 sindaci della città metropolitana di Milano. Tra loro un amministratore di centrodestra, il primo cittadino del comune di Cusago, Giovanni Luciano Triulzi. Secondo i primi cittadini, sul tema vaccini vige infatti un totale caos. Chiedono quindi un rapido intervento per consentire "l'accesso a migliaia di cittadini, in particolare fragili e anziani".
Le dosi insufficienti anche per i pazienti "super-fragili"
Quella sui vaccini è una polemica che ha avuto inizio già la scorsa estate. Alcuni consiglieri regionali del Partito democratico ritengono infatti che l'assessore Gallera non abbia creato un piano adeguato che potesse essere d'aiuto alla situazione pandemica che vive il Paese e in particolar modo la Lombardia, una delle regioni più colpite dal Covid-19. A loro adesso si uniscono anche i primi cittadini: "Purtroppo registriamo che non solo la campagna vaccinale, impostata da Regione Lombardia e poi scaricata in toto sull'Ats, non è partita ad inizio ottobre ma risulta essere incredibilmente in ritardo", si legge nella lettera. La nota nasce anche a seguito di un confronto diretto con i medici di base, i quali avrebbero denunciato l'insufficienza di dosi e l'incertezza rispetto a future forniture: "Le sole 50 dosi infatti a fronte di richieste mediamente molto superiori (tra le 400 e le 500) non sono sufficienti neppure per i cosiddetti pazienti “super-fragili”.
Sindaci: Chiediamo di conoscere la programmazione aggiornata delle dosi
I sindaci chiedono inoltre di poter conoscere il piano di approvvigionamento e forniture previsto da Regione: "Vi chiediamo di conoscere la programmazione aggiornata e completa della consegna delle dosi in modo da permettere alle nostre amministrazioni di supportare al meglio i medici". Tra le altre critiche infatti vi è uno scarso coinvolgimento delle amministrazioni anche nella messa a disposizione degli spazi comunali destinati alla vaccinazione: “Il risultato di tale carente organizzazione è che molti cittadini non riusciranno a fissare un appuntamento e possiamo già certificare che, nel ristretto novero di chi è riuscito a prenotare, a diversi sono stati prospettati spostamenti notevoli, in alcuni casi addirittura in sedi fuori dalla Città Metropolitana”. Per questo motivo i primi cittadini chiedono alla Regione di poter considerare nuovamente la possibilità di estendere la campagna vaccinale anche alle sedi comunali già individuate.