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Vaccini anti covid, la Lombardia frena: “Consegne in ritardo, ora facciamo solo le dosi di richiamo”

“Questa settimana abbiamo 20mila dosi in meno e la prossima 25mila, quindi dobbiamo rivedere la programmazione rallentando le somministrazioni delle prime dosi per garantire le dosi di richiamo a tutti”. Lo ha spiegato il responsabile della campagna vaccinale anti Covid di Regione Lombardia, Giacomo Lucchini, parlando delle difficoltà legate ai ritardi nelle consegne di Pfizer.
A cura di Simone Gorla
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"Siamo a 200mila somministrazioni e ieri abbiamo iniziato le dosi di richiamo. Ora faremo prevalentemente le dosi di richiamo, perché le dosi che abbiamo ci consentono di fare quello". Il responsabile della campagna vaccinale anti Covid di Regione Lombardia, Giacomo Lucchini, ha sottolineato le difficoltà provocate dal ritardo nelle consegne da parte di Pfizer. Dopo una settimana a ritmo di circa 20mila iniezioni al giorno, ora c'è stata una frenata, necessaria per garantire di avere le dosi di richiamo per tutti.

"La campagna procede secondo la pianificazione che abbiamo fatto. Sappiamo che questa settimana abbiamo 20mila dosi in meno e la prossima 25mila, quindi dobbiamo rivedere la programmazione rallentando le somministrazioni delle prime dosi per garantire le dosi di richiamo a tutti", ha spiegato Lucchini in una dichiarazione rilasciata a Lombardia Notizie.

La riduzione delle consegne ha messo in difficoltà gli ospedali lombardi. A Niguarda mercoledì è stato consegnato un terzo delle dosi previste. A Como la metà. La Asst di Pavia ha denunciato di non poter proseguire la campagna per carenza di fiale. "È vero, aspettavano una consegna per ieri, ma arriverà oggi. Procediamo con la riallocazione delle dosi con le strutture in modo che le nuove pianificazioni possano essere rispettate – conferma Lucchini. Certamente questo andamento discontinuo delle consegne crea delle difficoltà".

Si attende intanto l'arrivo delle prime scorte di vaccino Moderna: "Avremo 11mila dosi la settimana prossima e inizieremo a utilizzarle nelle strutture che oggi sono più penalizzate dalla carenza di vaccini Pfizer. Poi aspettiamo per il 29 di gennaio l'approvazione da parte di Ema di AstraZeneca". Se dovesse arrivare, potrebbe finalmente partire la seconda fase del piano, che prevede l'allargamento della platea agli ultra 80enni, alla fascia 60-69 e ai pazienti fragili.

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