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Vaccini anti Covid, adesioni al 90% tra i sanitari nel Varesotto: “Ipotesi Malpensa per la fase due”

Negli ospedali di Busto Arsizio, Gallarate e Saronno l’adesione dei dipendenti alla campagna di vaccini anti Covid sfiora il 90 per cento. “Molte paure si sono dimostrate infondate”, spiega a Fanpage.it il direttore sociosanitario dell’Asst Valle Olona. Si inizia intanto a organizzare la seconda fase che coinvolgerà anziani e pazienti fragili: tra le ipotesi anche usare il Terminal 2 dell’aeroporto di Malpensa.
A cura di Simone Gorla
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Tra i dipendenti dell'Asst Valle Olona, che comprende tre ospedali in provincia di Varese, l'adesione al vaccino anti Covid all'87 per cento. "E c'è una parte del personale che è a casa in malattia, in gravidanza o per altre ragioni e che vorrebbe fare il vaccino. Quindi la partecipazione si avvicinerà al 90 per cento", spiega a Fanpage.it Marino dell'Acqua, direttore sociosanitario dell'azienda cui fanno riferimento gli ospedali di Busto Arsizio, Gallarate e Saronno. "Sulle Rsa mi dicono che la percentuale è molto alta, ma per avere la certezza attendiamo la chiusura della campagna. Ne manca solo una in tutto il territorio".

A che punto è la campagna vaccinale nel vostro territorio?

In tutti i punti vaccinali abbiamo chiuso ieri con la prima dose. Sono stati vaccinati i nostri operatori sanitari e non, i fornitori che hanno personale presente nelle nostre strutture (pulizie, ristorazione), tutti i medici di medicina generale e i pediatri del territorio e tutto il personale delle croci indicato dall'Ats. Inoltre abbiamo fornito i vaccini attraverso i nostri hub alle Rsa e alla clinica privata Mater Domini.

Non avete avuto problemi per i ritardi da parte di Pfizer?

Noi la consegne le abbiamo avute, anche se le dosi sono arrivate in percentuali ridotte. Ma abbiamo i vaccini per fare la seconda dose avendo pianificato bene le iniezioni. Lunedì partiamo con il richiamo e proseguiremo fino a concludere all'8 febbraio. In tutto circa 8mila persone, cui si aggiungono quelli della prima fase “bis”, che finirà entro febbraio, in cui allargheremo la platea a strutture per disabili, le comunità psichiatriche, i medici dei poliambulatori privati, i dentisti, il personale amministrativo degli ambulatori esterni e si parla anche degli informatori scientifici del farmaco.

Perché avete diviso in due la prima fase?

Abbiamo valutato da subito che fare tutti insieme sarebbe stato impossibile in termini organizzativi. Ora ci torna utile questa divisione nella gestione delle scorte.

La seconda fase coinvolge gli over 80, i 60-79 anni e i fragili. Quando partirà?

Molto dipende dalla disponibilità del vaccino. Non solo in termini numerici, ma anche dal tipo di prodotto. Il Pfizer richiede una manipolazione attenta. Una vaccinazione di massa con questo vaccino non sarebbe facile. Speriamo che arrivino dei vaccini più maneggevoli, magari monodose.

Dove potrebbe essere svolta la seconda fase? Avete già trovato dei luoghi?

Ci hanno chiesto di cercare delle strutture adatte e lo stiamo facendo. La campagna della seconda fase coinvolgerà un numero alto di persone con caratteristiche particolari che rendono i nostri centri poco adatti, dobbiamo pensare ad altro. Potrebbe essere una struttura centralizzata capace di fare arrivare tante gente. L'ipotesi per la nostra Ats è usare Malpensa Terminal 2. L'alternativa è stare in modo più capillare sul territorio in modo capillare, con quattro o cinque centri vaccinali con 8 ambulatori ognuno. Stiamo parlando con i sindaci per trovare le strutture. Potremmo anche valutare entrambe le strada: un centro molto forte per i cittadini che si possono spostare e centri piccoli più diffusi. Lo definiremo entro febbraio.

L'adesione tra i sanitari è piuttosto alta, cosa è successo rispetto ai timori iniziali? 

Credo che molte paure si siano dimostrate infondate. Quest'anno avevamo già avuto un rialzo dal 10 al 50 per cento dell'adesione alla vaccinazione antinfluenzale sugli operatori, quindi eravamo quasi certi di avere una buona adesione. Il personale sanitario, che negli anni precedenti non era così avvezzo a farsi vaccinare, ora con il Covid è molto più disponibile. Le perplessità erano legate soprattutto alla poca conoscenza del vaccino. Quando si è visto che effetti collaterali sono bassi e simili a quelli di altri vaccini – da noi finora non si è verificata nessuna reazione seria e speriamo di continuare così – molte perplessità sono passate.  Sul nostro portale dipendenti avevamo messo un link per aderire. Nel giro di poche ore si erano iscritti in 3100 su 3800 dipendenti presenti. Speriamo ci sia la stessa voglia nella popolazione.

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