Va con il figlio di 40 giorni al cinema e le chiedono di pagare il biglietto anche per lui: “Assurdo”
Sabato scorso, 20 gennaio, Alessia Masaracchia voleva andare al cinema con alcuni amici. Da quaranta giorni è diventata mamma, ma non per questo ha deciso di chiudersi in casa e non potersi più dedicare alle sue attività preferite, fra queste appunto andare al cinema e incontrare gli amici. Arrivata all'ingresso in sala, però, le hanno chiesto di pagare il biglietto completo anche per il piccolo, nonostante – ovviamente – non avrebbe occupato alcuna poltrona (e nemmeno seguito il film).
A raccontare a storia è la stessa Alessia, residente a Serina, in provincia di Bergamo. "Andrea è un bambino tranquillo, difficile che disturbi. Io non ho problemi a portarlo con me, nella fascia. Devo allattarlo spesso, anche fuori casa", racconta al quotidiano locale L'eco di Bergamo. "Così – continua – avevo programmato questa sera. E i miei amici, che mi avevano preceduto in sala, hanno acquistato quattro biglietti, per loro e uno per me: neppure loro si immaginavano di doverlo acquistare per il piccolo Andrea".
Arrivati al controllo biglietti, invece, l'amara sorpresa: "l’addetto ci ha chiesto cinque biglietti… Sono veramente rimasta sorpresa, c’è stata un po' di discussione, abbiamo chiesto spiegazioni. Ai fini della sicurezza, ci è stato risposto, serve registrare l’ingresso del piccolo. Ma è anche vero che si può emettere un biglietto gratuito, senza dover far pagare un neonato di pochi giorni di vita. Anche perché Andrea non occupava alcun posto a sedere. È stato tranquillo per tutta la durata del film, ha dormito e non ha disturbato nessuno. Alla fine non ho dovuto neppure allattarlo".
"Ho fatto presente che aveva solo 40 giorni di vita. Che, generalmente nei cinema, ma anche in tanti altri spettacoli o servizi, sugli aerei o su altri mezzi di trasporto, bambini così piccoli non pagano. Ma non c’è stato verso. Ho dovuto pagare anche per lui, nove euro, quindi il prezzo intero", aggiunge la donna, che ha diffuso anche la foto del biglietto del bimbo.
La redazione dell'Eco di Bergamo ha anche provato a contattare il cinema e, in attesa di una risposta dall'ufficio marketing, avrebbe saputo da un'addetta che "fino a nove anni di età facciamo comunque pagare ma un prezzo ridotto. Poi, per bambini così piccoli, anche quando ci chiedono tramite mail informazioni sulla possibilità di portarli in sala, consigliamo sempre che sarebbe meglio di no".