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Usavano un carro funebre per spacciare droga durante il lockdown: “Non mi fermano, potrei portare il mondo”

Sono 42 le custodie cautelari emesse in seguito all’inchiesta Madera. Come emerso dalle indagini, usavano un carro funebre per eludere i controlli delle forze dell’ordine anche durante il lockdown.
A cura di Enrico Spaccini
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Caricavano chili e chili di hashish e marijuana all'interno di un carro funebre riuscendo così a evitare i controlli delle forze dell'ordine nei tempi del lockdown. Ma non era l'unico metodo. Un ex ufficiale dell'esercito, sospeso per motivi disciplinari, si spacciava per un medico e veniva salutato dai militari che lo lasciavano passare.

Tutto questo è emerso dall'inchiesta Madera, un'operazione anti droga dei finanzieri del Comando provinciale di Milano, coordinata dai pm Rosario Ferracane e Sara Ombra della Direzione distrettuale antimafia, che ha portato a 42 ordini di custodia cautelare, di cui 26 in carcere, per traffico internazionale di stupefacenti.

Il carro funebre di Tilleni

Tra questi, c'è anche Giovanni Tilleni: un dipendente 45enne di un'agenzia di pompe funebri. In una chat privata, nel 30 marzo 2020, Tilleni si vantava che nonostante i controlli in periodo di Covid-19 il suo mezzo, un carro funebre appunto, non veniva mai fermato.

"È pieno di cc, polizia, esercito. Solo i carri funebri non fermano. Sai come mi diverto quando ci fanno passare. Potrei portare il mondo…". Il suo interlocutore gli risponde scherzando: "Il fumo mettilo con il morto, fra'", e lui: "Ci sto pensando".

Sempre Tilleni, il 22 aprile del 2020, "si dimostrava interessato all'acquisto di una decina di chili", scrive il gip Massimo Baraldo, "ma si riservava di valutare se, stante le restrizioni in atto a causa del Covid-19, poteva rischiare di recarsi fino a Inveruno con il mezzo utilizzato per i trasporti funebri". "Devo vedere se riesco ad andare con il carro funebre", scrive il 45enne, "ma è difficile che sono da quella parte".

L'ex ufficiale D'Onofrio che si spacciava per medico

Un altro nome che spicca tra gli arrestati è quello di Rosario D'Onofrio: ex ufficiale dell'esercito sospeso per motivi disciplinari. Le indagini hanno dimostrato come lui avrebbe dichiarato falsamente di avere una laurea in medicina spacciandosi per ufficiale medico e che si sarebbe fatto prestare una mimetica da un commilitone per girare durante il lockdown e trasportare così carichi di stupefacenti.

In una conversazione telefonica con la compagna del primo aprile 2020, dopo essere stato fermato per un controllo, si vantava: "Oh mi ha appena fermato la polizia locale. M'ha visto in divisa, il tesserino, m'ha salutato militarmente e ha detto: "no, no, grazie… buona giornata!".

I narcotrafficanti Guido e Neviera

Tutta l'inchiesta ruota attorno al narcotrafficante Cesare Guido, già arrestato dalla Procura di Monza in flagranza con un carico di droga nella sua ditta fittizia, e la rete che aveva base in Spagna e permetteva di importare tonnellate di hashish e marijuana.

Oltre che a Giovanni Neviera, ritenuto affiliato ad un clan mafioso barese, gli Abbaticchio, e già condannato per associazione mafiosa e traffico di droga.

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