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”È stato lui a bruciarmi”: le ultime parole di Mina, morta dopo che il marito le ha dato fuoco

È stata lei, Mina Safine, a raccontare ai soccorritori che era stato il marito poco prima a darle fuoco. Purtroppo la 45enne residente a Urago Mella a Brescia è morta dopo una settimana di agonia nel reparto Grandi Ustionati dell’ospedale di Genova dove era stata trasferita a causa delle ferite riportate, poi rivelatesi troppo gravi. Intanto il marito è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario ed è ora piantonato agli Spedali Civili di Brescia dove è ricoverato a causa di alcune ustioni.
A cura di Chiara Ammendola
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È ricoverato in ospedale al Civile di Brescia, piantonato 24 ore su 24 dagli agenti di polizia penitenziaria, Abderrahim Senbel, il 54enne che domenica 21 settembre ha dato fuoco alla moglie uccidendola. Mina Safine, 45 anni, è morta dopo una settimana di agonia. Era stata trasferita a causa dell'aggravarsi delle sue condizioni nel reparto Grandi Ustionati dell’ospedale di Genova ma i tentativi dei medici di salvarle la vita si sono rivelati vani: troppo gravi le ustioni riportate dopo che il marito le ha rovesciato addosso del liquido infiammabile e poi le ha dato fuoco.

Mina è morta dopo una settimana di agonia a causa delle ustioni riportate

È stata lei stessa a fornire i dettagli dell'accaduto ai soccorritori del 118 giunti nell'appartamento di Urago Mella a Brescia poco dopo la chiamata fatta dallo stesso marito: "Ha riferito ai paramedici quanto accaduto – spiega a Fanpage.it il colonnello Giuseppe Tuccio, comandante provinciale dei carabinieri di Breccia – ha fatto subito presente che era stata bruciata dal marito nei pochi momenti in cui è riuscita a proferire parola". Per questo quando i militari sono giunti in casa della coppia insieme con i vigili del fuoco che hanno dovuto domare le fiamme che avevano bruciato ormai gran parte dell'appartamento e ferito lo stesso Senbel, si sono diretti proprio verso il marito della vittima. Il 54enne è stato tratto in arresto con l'accusa di tentato omicidio, accusa che si è trasformata ieri con la notizia del decesso di Mina, in omicidio volontario.

Il marito si è rifiutato di rispondere alle domande durante l'interrogatorio

La dinamica dell'ennesimo caso di femminicidio resta però ancora da chiarire: in casa è stato trovato del liquido infiammabile, dell'alcol, spiega il colonnello Tuccio. Ed è probabile che sia stato questo che il 54enne ha versato addosso alla moglie prima di darle fuoco. Cosa sia accaduto prima di quel gesto di assoluta violenza però resta ancora da chiarire. Alcuni vicini hanno raccontato ai militari di aver udito delle urla provenire da quell'appartamento poche ore prima che si consumasse la tragedia, urla che stanno a indicare che un litigio tra marito e moglie c'è stato: nessuno però ha allertato le forze dell'ordine. E nemmeno in passato sembra che la 45enne che lavorava come domestica si fosse mai rivolta ai carabinieri per sporgere denuncia contro il marito: "Per noi erano due sconosciuti – spiega il colonnello Tuccio – nessuna denuncia, nessun precedente penale per Senbel".

L'uomo, si trova ora in ospedale, è accusato di omicidio volontario

Entrambi di nazionalità marocchina erano in Italia da anni, lavoravano e si erano integrati perfettamente nella comunità bresciana: nessun figlio ma una vita umile fatta di sacrifici. Nulla lasciava presagire ciò che poi è accaduto la scorsa domenica. Per il momento l'uomo non ha saputo dare una spiegazione all'accaduto, il 54enne si è trincerato dietro un assordante silenzio che non sembra voler interrompere e che difficilmente potrà dare giustizia alla giovane donna arsa viva tra le fiamme. Ennesimo segno di una violenza inaudita e ingiustificata, un ennesimo caso di femminicidio che sembra tristemente aver fatto meno clamore degli altri.

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