Unione popolare denuncia a Fanpage.it: “Ci impediscono di raccogliere le firme per le regionali in Lombardia”
Unione Popolare non ci sta. La coalizione per le prossime elezioni regionali in Lombardia che raccoglie Rifondazione comunista, Potere al popolo e De.Ma. denuncia a Fanpage.it un boicottaggio burocratico e politico che rende complicato raccogliere le firme per presentare le liste in vista del voto. "Ma nonostante tutto noi ci saremo. Abbiamo raggiunto il numero minimo delle provincie per presentarci alle elezioni. Ci mancano Bergamo e Varese per gli ostacoli che stiamo incontrando", spiega Mara Ghidorzi, la candidata alla presidenza della Regione.
Il boicottaggio a Treviglio
Le carte e le regole usate per mettere fuori gioco una voce che Ghidorzi definisce "scomoda anche perché colmiamo le lacune della coalizione di centrosinistra che sostiene Pierfrancesco Majorino". A Treviglio, ad esempio, è accaduto che il sindaco Juri Imeri (di centrodestra) abbia imposto a Unione Popolare il regolamento comunale che impone 15 giorni di preavviso per l'occupazione di suolo pubblico.
"È evidente che avendo a disposizione 3 settimane per raccogliere le firme ciò comporti l’impossibilità di farlo – spiega Ghidorzi – e così non abbiamo potuto fare altro che occupare pacificamente la piazza come forma pacifica di protesta". E lì, magicamente, la situazione si è sbloccata: "ovvio, perché lui sapeva benissimo di essere nel torto. Qui si tratta di esercitare un diritto democratico com'è quello di fare propaganda politica. Però loro ci provano, fanno i furbi".
E non è un caso che quel giorno a Treviglio Unione Popolare abbia segnato il record di firme raccolte, più di 50 in un pomeriggio. "Come sospettavamo – dice la candidata presidente – la gente era convinta che ci fossero solo 3 candidati in corsa (Fontana, Majorino e Moratti) e scoprire una candidata fuori dai due poli ha creato interesse". Il sindaco sulla stampa locale ha accusato Unione Popolare di "cercare solo visibilità". Ma la visibilità, si sa, è il sale della campagna elettorale.
Ostacoli anche a Brescia e a Varese
A Brescia "con il sindaco di centrosinistra Del Bono, che tra l’altro è candidato alle elezioni regionali, abbiamo vissuto una situazione paradossale – racconta Ghidorzi – perché nel periodo natalizio hanno applicato ai nostri banchetti le stesse regole di chi vendeva il torrone. Avevamo a disposizione solo 4 giorni in un mese e solo in luoghi che non erano di passaggio". Anche in questo caso dopo le conferenze stampa, gli appelli e le rimostranze l’amministrazione comunale ha dovuto cedere.
"Ci hanno provato, hanno visto di essere dalla parte del torto e di non avere nessuna arma in mano e così alla fine hanno desistito". Il tempo perso però non si può più recuperare. In queste ore Unione Popolare sta provando a sbrogliare la matassa anche a Varese dove "per il regolamento comunale non si possono fare banchetti politici nei mercati. Eppure sono proprio i mercati a essere un presidio di umanità e di densità di persone. Storicamente nei mercati si va a raccogliere le firme". Anche qui la questione sembra in via di risoluzione ma intanto si sono persi giorni preziosi.
La sfida è più burocratica che politica insomma. Eppure nel Lazio, dove pure Unione Popolare si presenta con un suo candidato, non hanno incontrato nessuna difficoltà. Anche se, spiega Mara Ghidorzi, "il Movimento 5 Stelle ci sta dando una mano. Sono gli unici. A Vimercate ci hanno aiutato a raccogliere le firme, il loro consigliere Fumagalli ha denunciato pubblicamente la situazione in cui ci troviamo e ci hanno prestato certificatosi che servono a validare le firme". Forse, riflette la candidata di UP, "quelli del M5S ci tengono che noi possiamo concorrere in questa gara perché su alcuni punti sono in grossa difficoltà con la loro base. Sull’allargamento della Pedemontana, ad esempio, il loro alleato Pd è favorevole mentre noi, come loro, siamo fortemente contrari".
E sulla stampa non va meglio, dice Ghirzoni: "nei maggiori organi di informazione continuano a raccontare una corsa a 3 e Unione Popolare non ottiene mai spazio. Per fortuna c’è la stampa locale che ci dà spazio. E anche nei dibattiti tra le forze politiche che si stanno svolgendo sul territorio noi non siamo mai interpellati. Riusciamo ad avere spazio solo quando abbiamo contatti diretti. Non lo considero un atteggiamento trasparente di un’informazione che dovrebbe essere libera e democratica".
Secondo Unione Popolare a dare fastidio sarebbe quel 26% di elettori che secondo i sondaggi sono indecisi perché hanno la sensazione di ritrovarsi con coalizioni "che sono fotocopie": "far sapere che c’è una lista più piccola, non aspiriamo a governare, che possa portare le istanze più popolari dei territori dà fastidio. Occupiamo uno spazio che in questo momento non c’è".