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Un’auto dell’attentato al giudice Falcone arriva a Milano: dove e quando sarà esposta

In questi giorni Milano ricorda la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.
A cura di Giorgia Venturini
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Foto dalla pagina Facebook di "Quarto Savona Quindici"
Foto dalla pagina Facebook di "Quarto Savona Quindici"

Anche Milano, così come tutte le altre città d'Italia, è pronta a commemorare la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. In questi giorni non mancheranno incontri e appuntamenti: giovedì 17 marzo alle 15 davanti a Palazzo Reale in piazza Duomo verranno esposti i resti della Croma blindata su cui viaggiavano gli uomini della scorta del giudice Giovanni Falcone, tutti rimasti coinvolti nel tragico attentato a Capaci il 23 maggio del 1992. Oltre al magistrato a perdere la vita sono stati gli agenti Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, e la moglie di Falcone Francesca Morvillo. Giovedì a ricordarli ci sarà anche il sindaco di Milano Giuseppe Sala e Tina Montinaro, moglie del caposcorta Antonio Montinaro. Tante poi le associazioni e i cittadini che prenderanno parte.

Successivamente, alle 18.30 si terrà un convegno organizzato dalla Commissione consiliare antimafia del Comune di Milano nella Sala Conferenze di Palazzo Reale: parteciperanno il senatore Pietro Grasso, l'aggiunto a capo della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano Alessandra Dolci, l’avvocato Valentina Alberta della Camera Penale di Milano e Tina Montinaro, presidente Quarto Savona Quindici. L'esposizione della teca con la vettura, nome in codice "Quarto Savona Quindici", rimarrà a Milano fino a martedì 22 marzo.

La strage di Capaci

Quest'anno si ricordano i 30 anni dalla stage di Capaci, uno dei giorni più tristi della storia italiana. Sull'autostrada A29, che collega l'aeroporto Punta Raisi, a Palermo quel 23 maggio del 1992 scoppiò la bomba, un grande boato capace di distruggere un tratto stradale. La dinamite colpì in pieno la Croma marrone uccidendo sul colpo i suoi passeggeri, gli agenti Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo: l'auto fu sbalzata in un giardino di olivi ad alcune decine di metri di distanza. La Cromo bianca del giudice Falcone e della moglie Francesca Morvillo era subito dietro: si schiantò contro un muro di asfalto e detriti provocato dallo scoppio.  Gli agenti Paolo Capuzza, Gaspare Cervello e Angelo Corbo, che viaggiavano nella terza auto, una Croma azzurra, riuscirono a sopravvivere all'attentato. In tutto i feriti furono 23. L'attentato era stato voluto da Cosa Nostra: pochi anni prima il giudice Falcone, insieme al collega Paolo Borsellino, era riuscito a dare il via al maxi processo che condannò i più importanti boss dell'organizzazione criminale.

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