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Una vittima dell’aggressione in Centrale a Milano: “Un eroe mi ha salvata, gli altri stavano a guardare”

La testimonianza di una delle vittime dell’aggressione di lunedì pomeriggio in zona Centrale a Milano. “Ero bloccata a terra con una lama puntata alla gola, in mezzo al via vai delle persone. Ma un signore mi ha salvata, non so nemmeno il suo nome”.
A cura di Francesca Del Boca
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"L'eroe, lo chiamo così per il suo gesto, mi ha salvata. L'ho quasi abbracciato ma non conosco nemmeno il suo nome. Tutti gli altri, invece, sono rimasti a guardare". Sono le parole di Francesca, 44 anni, dopo l'aggressione subita lunedì pomeriggio in zona Centrale, all'altezza di via Andrea Doria. Insieme a lei, altre cinque persone.

Oggi racconta quei momenti a La Repubblica, quei lunghissimi istanti in cui è stata in balia della follia di Rhasi Abrahman. "Ancora adesso, quando chiudo gli occhi, vedo quel coltello davanti agli occhi".

L'aggressione con il coltello in via Andrea Doria

Sono le 17.30 del pomeriggio, a Milano. C'èil via vai della gente in giro, gli uffici, i negozi e i bar sono aperti. "Ero sul marciapiede di via Andrea Doria per una commissione familiare, e me lo sono visto arrivare incontro. Barcollava. Veniva verso di me, anche se c'erano altre persone intorno, e mi sono scansata, guardando il cellulare. Quando quell'uomo mi ha sorpassata ha fatto un passo indietro verso di me".

Quindi l'aggressione frontale. L'uomo la scaraventa a terra, e cerca di rubarle il telefono. "Sono caduta e lui mi era sopra con una mano e con la destra mi ha puntato la lama alla gola. Un coltellino svizzero pieno di sangue". Il sangue delle precedenti aggressioni.

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Il passante intervenuto in soccorso

L'intervento provvidenziale è quello di un passante. "Un signore gli si è lanciato addosso, lo ha buttato a terra a pancia in giù, e nessun altro gli dava aiuto". L'uomo è ancora senza nome: una volta compiuto il suo dovere, si allontana senza lasciare tracce. "L'ho quasi abbracciato ma non conosco nemmeno il suo nome, vorrei che gli arrivasse il mio affetto e la mia riconoscenza".

Pericolo scampato, insomma. Ma resta ancora lo spavento. E soprattutto l'amarezza."Credo che le istituzioni debbano fare di più per la sicurezza, essere più presenti sul territorio. E riuscire a contenere prima personaggi del genere, irregolari e sbandati che per giunta erano già stati denunciati".

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