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Una madre surrogata a Fanpage.it: “La mia famiglia è completa, perché non aiutare gli altri ad avere figli?”

Rachel, una donna canadese, a gennaio ha partorito Elia, il figlio di Ciro e Francesco. A Fanpage.it Rachel ha raccontato la sua storia di mamma surrogata.
A cura di Giorgia Venturini
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Rachel è una donna canadese, già madre di due figli, e nel 2021 ha deciso di diventare la mamma surrogata per Ciro e Francesco, una coppia gay di Corsico, alle porte di Milano. A gennaio Rachel ha dato alla vita il loro figlio Elia che da poche settimane si trova in Italia con i suoi papà. "Ho fatto due gravidanze per loro, due sfortunatamente sono finite con un aborto spontaneo. L'ultima finalmente è andata a buon fine e ho partorito Elia. Ciro e Francesco erano con me in sala parto". A Fanpage.it Rachel ha raccontato la sua storia e perché ha deciso di farlo.

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Come hai conosciuto Ciro e Francesco?

L'ultima volta che ho partorito era il 2020. Un paio di giorni dopo mi mancava il fatto di essere in gravidanza. Con i miei familiari e amici scherzavo chiedendo loro se volessero che partorissi il loro bambino. Poi su Facebook sono iniziate a comparirmi pubblicità di gravidanze surrogate. Sempre su Facebook mi sono iscritta a un gruppo canadese dove potevo parlare con persone da tutto il mondo: erano persone che volevano diventare genitori e speravano in una maternità surrogata.

Nel 2021 ho letto la storia di Ciro e Francesco e immediatamente ho avuto voglia di diventare loro amica e così mi sono messa in contatto con loro. Abbiamo organizzato una videochiamata e siamo subito andati d'accordo. Dopo poche settimane ho deciso di intraprendere per loro la maternità surrogata. Siccome era un percorso nuovo per tutti, abbiamo decido di affidarci a un'agenzia che si occupa proprio di questo.

Come funziona la maternità surrogata?

Tutto avviene tramite agenzie: c'è alla base un contratto stipulato con degli avvocati. Viene subito specificato – e questo è molto importante – che il bambino legalmente non è mio. Il bambino è di Ciro e Francesco. E neanche in futuro posso rivendicarlo come mio. Il contratto è legalmente vincolante.

Inoltre Elia non ha neanche parte del mio Dna: l'ovulo era di una donna donatrice e lo sperma di uno dei due suoi papà. L'embrione poi è stato impiantato in me. Mi sentivo più a mio agio con l'ovulo di un'altra donna.

Sei stata pagata?

No, in Canada la maternità surrogata è altruistica e significa che lo facciamo come un gesto di cuore. Non posso quindi essere pagata. Vengo però rimborsata per le visite mediche e per tutte le altre spese che riguardano la maternità.

Perché hai voluto diventare mamma surrogata?

Perché sono la persona giusta! Voglio che le altre persone facciano una famiglia. La mia famiglia è completa, quindi perché non fare figli per altri? Lo fai sapendo che non stai partorendo tuo figlio, non è la mia gravidanza: è il figlio di un'altra coppia che sta usando il mio corpo per la gravidanza. Questo per me è un atto bellissimo, mi vengono i brividi sapendo che c'è il figlio di qualcun altro dentro di me. Quando il bambino esce è fantastico dire: ‘Ecco tuo figlio, congratulazioni'. E vedi questi due genitori piangere. Mi sento come una babysitter.

Ciro e Francesco erano con te in sala parto? 

Sì erano lì ed è stato molto emozionante. Volevo ci fossero, con loro sono molto a mio agio. Volevo che assistessero alla nascita di loro figlio.

Ti senti spesso con Ciro e Francesco?

Certo, soprattutto durante la gravidanza. Sono venuti in Canada per Natale e Capodanno, per due anni consecutivi. La prima volta è stato quando ho avuto il primo aborto spontaneo: sono stati qui più di una settimana e ci siamo conosciuti di persona. Sono tornati il Natale dopo ed è stato quando ero al termine della gravidanza. Ora sto mettendo dei soldi da parte per avere le possibilità di andarli a trovare in Italia. Mi piacerebbe essere loro amica per sempre.

Farai altre maternità surrogate?

Quella per Ciro e Francesco per me è stata la prima volta. Ma tramite varie agenzie ho conosciuto una donna che ha partorito per altri otto volte. Ama farlo, ama dare alle persone il dono di una famiglia.

Come ha preso la tua famiglia questa tua decisione?

Ci sono state alcune divergenze: è stato un po' difficile per mia mamma che ha un'educazione più religiosa. Non sono molto vicina a questo mondo. Ho detto a mia mamma che non era un problema se non capiva quello che stavo facendo. Le ho detto: ‘È qualcosa che voglio fare, è il mio corpo e una mia scelta'.

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