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Una donna che ha partorito per altri risponde al Papa: “Anche la Vergine Maria lo ha fatto”

Papa Francesco ha chiesto che la gestazione per altri venga considerata un divieto universale definendola una pratica “spregevole”: al vescovo di Roma ha risposto una donna che ha partorito per altri, intervistata da Fanpage.it.
A cura di Giorgia Venturini
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In questi giorni le parole di Papa Francesco sulla gestazione per altri hanno fatto il giro del mondo e sollevato non poche polemiche. Il vescovo di Roma ha chiesto che la gestazione per altri venga considerata un divieto universale definendola una pratica "spregevole" e una grave violazione della dignità delle donne e dei bambini. Queste le parole esatte del Papa:

"Ritengo deprecabile la pratica della cosiddetta maternità surrogata, che lede gravemente la dignità della donna e del figlio. Essa è fondata sullo sfruttamento di una situazione di necessità materiale della madre. Un bambino è sempre un dono e mai l'oggetto di un contratto".

A rispondere alle dichiarazioni di Bergoglio è Rachel, una donna canadese che ha portato avanti una gravidanza per conto di Ciro e Francesco: Rachel ha dato alla vita il loro figlio Elia che ora vive in Italia con i suoi papà. "Ho fatto due gravidanze per loro, due sfortunatamente sono finite con un aborto spontaneo. L'ultima finalmente è andata a buon fine e ho partorito Elia. Ciro e Francesco erano con me in sala parto", aveva raccontato a Fanpage.it qualche mese fa. Ora sempre tramite Fanpage.it ha voluto spiegare l'importanza della maternità surrogata e i rischi che si solleverebbero se venisse resa illegale in tutto il mondo.

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Rachel, come è considerata a livello giuridico oggi la gestazione per altri?

Paesi e Stati del mondo hanno leggi diverse: molti la accolgono, mentre altri la vietano o la limitano. I Paesi che hanno implementato le leggi, hanno tutelato i diritti dei genitori e delle madri surrogate, garantendo un processo etico e legale. In Italia è illegale: i futuri genitori speranzosi cercano la maternità surrogata in altri Paesi.

Quali sono le conseguenze se venisse resa illegale in tutti i Paesi? 

Si avrebbero pratiche clandestine e illegali di maternità surrogata. Questi accordi informali spesso mancano di quadri giuridici e di tutele: ci sono stati casi in cui le madri surrogate sono state sfruttate o hanno dovuto affrontare sfide legali.

Quindi come vede, Papa Francesco, il divieto di maternità surrogata aumenta il rischio di danni, sfruttando le donne e negando ai bambini l'amore e le cure che meritano. La verità è che noi "surrogate" siamo donne volenterose e legittimate a fare scelte dignitose che meritano il rispetto degli uomini, dei consigli religiosi e dei leader politici.

Servono quindi piuttosto leggi che garantiscano più tutele? 

Se si rispettano le norme di sicurezza della maternità surrogata i bambini non sono merci e non sono mai oggetto di traffico. Anzi, si creano famiglie, si diffonde l'amore e dà speranza a coloro che lottano contro l'infertilità. La proposta di un divieto globale è eccessiva.

Concentriamoci invece su regolamenti etici, che garantiscano il benessere di tutte le parti coinvolte, piuttosto che su un divieto assoluto. Soprattutto perché, Papa, la vergine Maria è la surrogata originale a cui tutti guardate.

Come migliorerebbe quindi le leggi sulla gestazione per altri? 

In Paesi come il Canada la maternità surrogata altruistica prevede un rimborso tra i 25mila e i 40mila dollari per coprire le spese sanitarie e di gravidanza della madre surrogata. Il Canada ha anche la legge sulla riproduzione umana assistita, una delle legislazioni più complete al mondo in materia di riproduzione assistita.

Negli Stati Uniti, invece, le madri surrogate ricevono un compenso che va oltre il rimborso delle spese. Questo ha portato a dibattiti sulle implicazioni etiche degli incentivi finanziari per le madri surrogate. Ma ora che siamo nel 2024, possiamo tutti concordare sul fatto che le donne dovrebbero essere compensate per il loro tempo, il loro impegno e la loro esperienza, e non importa il motivo per cui una surrogata vorrebbe aiutare la famiglia di un altro… giusto?

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