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Omicidio di Giulia Tramontano

Un mese fa l’omicidio di Giulia Tramontano, la sorella: “Oggi senza te e Thiago è il vuoto”

Un mese fa l’omicidio di Giulia Tramontano, incinta al settimo mese del figlio Thiago, da parte del fidanzato Alessandro Impagnatiello: il 27 maggio scorso accoltellò la convivente nella loro casa di Senago (Milano), dopo che quest’ultima aveva scoperto la sua relazione parallela con una collega.
A cura di Francesca Del Boca
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Prima una foto targata 1997, poi un'altra del 2020. In tutte e due ci sono Giulia Tramontano e la sorella Chiara abbracciate ai genitori, prima bambine e poi giovani donne. La terza immagine è un quadrato nero. "2023. Oggi è un mese senza te e Thiago. Il vuoto".

Lo scrive sul proprio profilo Instagram Chiara Tramontano, sorella di Giulia, a un mese esatto dall'omicidio della 29enne (incinta al settimo mese del figlio Thiago) da parte del fidanzato Alessandro Impagnatiello: fu proprio il 27 maggio che il barman 30enne accoltellò con 37 fendenti la convivente nella loro casa di Senago, dopo che quest'ultima aveva scoperto la sua relazione parallela con una collega.

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Un mese dopo l'omicidio di Giulia Tramontano

Ancora, a distanza di trenta giorni, gli inquirenti sono al lavoro per definire le circostanze del delitto. Domani al Ris di Parma sono previsti gli esami irripetibili sui campioni di sangue trovati sulla scena del crimine, e altre analisi istopatologiche sul corpo di Giulia sono in programma per il 5 luglio. E se la pista del complice di Impagnatiello è ormai debolissima, la partita in tribunale si giocherà ormai tutta sulla questione della premeditazione dell'omicidio, inizialmente esclusa dal gip nella sua ordinanza di fermo: in palio c'è la condanna all'ergastolo.

A inchiodare il giovane, che al momento si trova recluso a San Vittore con l'accusa di omicidio aggravato, procurata interruzione di gravidanza e occultamento di cadavere, secondo la Procura ci sarebbero infatti alcune ricerche sospette sul web – tra cui "pulire cenere vasca da bagno", dove Impagnatiello ha cercato di dare alle fiamme il corpo senza vita di Giulia, e soprattutto "effetto veleno per topi sull'uomo", dopo il ritrovamento di un topicida nell'appartamento della coppia.

Il mistero del cellulare di Giulia

Manca solo un grande tassello nel puzzle che, pian piano, gli investigatori stanno ricostruendo. Si tratta del cellulare di Giulia, che dalla serata di sabato 27 maggio ha smesso di dare cenni di vita. Impagnatiello racconta ai Carabinieri di averlo gettato in un tombino a Milano, insieme a patente e bancomat: un gesto che doveva servire a inscenare l'allontanamento volontario della fidanzata. Ma se carte di pagamento e documenti sono stati ritrovati, resta un mistero la sparizione del telefonino.

Lo stesso telefonino che il barman di Senago aveva utilizzato anche qualche ora dopo la morte di Giulia per mandare finti messaggi rassicuranti alla madre di lei: "Stai tranquilla madre, ora vado a riposare". Ma non solo. Per depistare le indagini e costruirsi l'alibi del compagno in apprensione, il giovane aveva continuato a inviare messaggi WhatsApp alla fidanzata, come se niente fosse. "Baby, dove sei? Siamo tutti molto preoccupati". E ancora. "Dicci almeno che sei in un paese lontano". Il cadavere di Giulia, intanto, era nascosto tra la cantina e il garage di casa.

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