Un medico del 118: “Pagati 30 euro l’ora e spesso aggrediti e insultati, non siamo missionari”

Circa 30 euro all’ora per gestire emergenze in ambienti a rischio e prendere decisioni sulla vita delle persone: i medici del 118, attraverso il sindacato Aaroi- Emac, annunciano di levarsi dai turni extra contrattuali istituiti per supplire alla carenza di personale sulle automediche se la loro paga non verrà equiparata a quella dell’attività aggiuntiva svolta in ospedale. Il racconto a Fanpage.it dell’anestesista rianimatore Andrea Perotti, impegnato nel servizio di emergenza.
A cura di Chiara Daffini
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Andrea Perotti, anestesista rianimatore
Andrea Perotti, anestesista rianimatore

I medici del 118, attraverso il sindacato Aaroi-Emac, denunciano paghe orarie incongrue alle responsabilità e al carico lavorativo sostenuti per quanto riguarda i turni in ambulanza svolti al di fuori dell'orario stabilito da contratto e coperti con il sistema "a gettone" (o "sistema preminate") per supplire alla carenza di personale in emergenza.

"La cifra corrisposta ai medici per i turni extra orario lavorativo in ambulanza è di 60 euro orari lordi per turni di 6 o 12 ore, minimo due volte al mese – spiega a Fanpage.it Cristina Mascheroni, medico rianimatore e presidente di Aaroi-Emac Lombardia -. Questi 60 euro vengono tassati con aliquota Irpef del 43%, arrivando quindi a circa 30 euro, quando gli stessi medici che coprono turni extra contratto in ospedale, quindi in un ambiente più protetto e sicuro, prendono di più. Nonostante vari tentativi, non siamo ancora riusciti a trovare un accordo con Regione Lombardia".

Per questo Aaroi-Emac ha lanciato un'astensione dei medici dal sistema premiante sulle auto mediche per i mesi di maggio e di giugno, sempre che non si arrivi prima a un accordo. "Chiediamo che il compenso dei turnisti in ambulanza impegnati a coprire ore extra contratto per supplire alla carenza di personale siano pagati quanto i medici che offrono lo stesso servizio ma all'interno degli ospedali", conclude Mascheroni.

Ma che cosa significa essere un medico del 118? Abbiamo chiesto di raccontarcelo ad Andrea Perotti, anestesista rianimatore dell'ospedale Sacco, in cui è rappresentante Aaroi-Emac, e impegnato sulle ambulanze in turni sia intra sia extra contrattuali.

Dottor Perotti, com'è lavorare sulle ambulanze?

"È un lavoro completamente diverso rispetto al lavoro intra ospedaliero. Lavorare in auto medica vuol dire lavorare su strada, spesso lavorare nelle case delle persone, lavorare sicuramente in un ambiente meno sicuro, meno protetto. Inoltre il nostro lavoro intra ospedaliero è tendenzialmente spesso un lavoro di equipe, sull'auto medica tendenzialmente questo non accade. Siamo gli unici medici presenti sull'evento e quindi la responsabilità è tutta nostra".

Quali sono gli aspetti più impegnativi?

"Sicuramente è un lavoro che può essere sia fisicamente che emotivamente impegnativo. Spesso ci capita di dover trasportare delle persone per le scale dal magari terzo, quarto piano, quinto piano, fino all'ambulanza, magari anche pazienti di 80, 90, 100 kg. Emotivamente invece è pesante perché entri anche nel contesto familiare del paziente. Per esempio un paio di mesi fa ho dovuto affrontare l'arresto cardiaco di un bambino di otto mesi in casa, non è stato ovviamente facile gestire l'emotività dei genitori".

Le è mai capitato di essere aggredito?

"Sì, mi è capitato di arrivare sulla scena, così la chiamiamo, e di essere aggredito, insultato, perché secondo loro eravamo arrivati in tempi troppo lunghi. E ad alcuni colleghi è successo decisamente di peggio".

Che ruolo hanno i medici del 118 operativi con il sistema premiante?

"Il servizio di auto medica è diviso tra turni in istituzionale quindi vuol dire all'interno del nostro monte orario intra ospedaliero, che è quello previsto dal contratto collettivo nazionale. Ma il personale non è sufficiente per coprire tutti i turni in auto medica in istituzionale, e quindi è stato istituito questo che viene chiamato “gettone” o “sistema premiante”, dove i turni vengono pagati extra orario lavorativo, in modo tale che ci sia del personale sufficiente medico e anche infermieristico per poter coprire tutti i turni di auto medica. E questo gettone, da quando praticamente è stato istituito 25 anni fa, 30 anni fa, non è mai fondamentalmente stato modificato a livello tariffario".

Quanto venite pagati, nell'ambito del sistema premiante, sulle auto mediche?

"Noi veniamo pagati 60 euro lordi l'ora con una tassazione del 43 per cento, sono circa 30 euro".

Lo stesso sistema all'interno delle strutture ospedaliere invece quanto viene retribuito?

"Praticamente il doppio. Noi riteniamo di avere un livello di professionalità e di responsabilità che deve essere riconosciuto da un punto di vista monetario. La salute è un bene primario, lo sappiamo tutti. Tutti noi, per esempio, lavoriamo per il servizio pubblico e crediamo fermamente nella salute come diritto della persona al servizio pubblico. Ma credere in questo non vuol dire farlo gratuitamente".

Che cosa chiedete?
"Quello che noi stiamo chiedendo, che Aaroi sta chiedendo, quindi i sindacati, è un adeguamento del gettone dell'auto medica al gettone che viene pagato per dare il proprio servizio presso altre strutture ospedaliere, per cui è stato proposto dal nostro sindacato, di mandare una comunicazione ad Areu (Agenzia regionale emergenza urgenza) annunciando che noi non avremmo garantito la copertura dei turni a gettone nei mesi di maggio di giugno. Il gettone, che sia un gettone extra ospedaliero o intra ospedaliero, viene istituito perché non c'è personale sufficiente. Noi abbiamo uno stipendio che prevede un lavoro di 40 ore settimanali, non possiamo lavorarne 60 senza essere adeguatamente pagati. Ci spiace, ci rendiamo conto che la salute è un bene primario, ma non siamo dei volontari missionari. Lo facciamo anche perché abbiamo un lavoro, uno stipendio che deve essere proporzionale alla nostra responsabilità".

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