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Un italiano su tre non crede al cambiamento climatico: per loro “non è un’emergenza reale”

Il cambiamento climatico è solo un’invenzione. O comunque non si tratta di un’emergenza reale, quanto piuttosto di una normale fase tipica dei grandi mutamenti che il Pianeta Terra, in millenni di storia, ha conosciuto. Lo pensa addirittura un italiano su tre, secondo l’ultimo rapporto Coop sugli stili di vita del nostro Paese.
A cura di Francesca Del Boca
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Il cambiamento climatico è solo un'invenzione. O comunque non si tratta di un'emergenza reale, quanto piuttosto di una normale fase tipica dei grandi mutamenti che il Pianeta Terra, nel susseguirsi delle ere geologiche, ha conosciuto. Lo pensa addirittura un italiano su tre, secondo l'ultimo rapporto Coop sugli stili di vita del nostro Paese.

Gli italiani tra scettici e negazionisti

Stando ai dati del report, nel dettaglio, il 4 per cento del campione intervistato ha dichiarato di ritenere il cambiamento climatico solo un'invenzione, mentre un altro 11 per cento pensa che la questione sia meno grave di quello che sembra. Il restante 19 per cento, invece, sostiene che questo fenomeno sia sì un'emergenza, ma che in fondo non dipenda dalle attività umane. Mentre un ultimo 67 per cento delle persone intervistate dall'Ufficio Studi Coop-Nomisma nel 2023 non ha dubbi: il cambiamento climatico è un'emergenza tangibile, causata in primo luogo dalle attività umane.

Ma non solo. È 14 per cento la percentuale di italiani convinti che ormai non si possa più tornare indietro, e che la variazione del modello metereologico globale sia ormai irreversibile: tra loro, i più fiduciosi sono i giovani (solo il 7 per cento di sfiduciati nella fascia 18-29 anni), mentre si attesta intorno al 15 per cento il numero dei rassegnati nelle fasce d'età 30-44, 45-55, over 55 anni.

Chi sono i responsabili del cambiamento climatico

Ma chi potrebbe ancora fare qualcosa, per i più speranzosi? Ben il 46 per cento affida la responsabilità alle grandi imprese, mentre il 40 per cento pensa che fermare il cambiamento climatico in atto sia principalmente compito degli organismi internazionali. Solo il 30 per cento, al contrario, pensa che piccole e medie imprese possano contribuire a rallentare il fenomeno globale.

Alla sbarra, con l'accusa di essere i primi responsabili di tutto questo, sarebbero in primo luogo le imprese di Asia (quasi il 50 per cento degli intervistati) e America del Nord (42 per cento), in testa le industrie energetiche (37 per cento), così come lo stile di vita dei ricchi (38 per cento) e il trasporto aereo (37 per cento).

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