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Un comitato per salvare lo stadio Meazza: “C’è una Milano che non vuole grattacieli e centri commerciali”

A Milano è nato il comitato “Sì Meazza” che unisce cittadini e politici di diverso colore per chiedere che non venga abbattuto l’attuale stadio a San Siro.
A cura di Simona Buscaglia
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È nato il comitato "Sì Meazza", composto da cittadini e politici di diversi colori, tutti uniti per "la salvaguardia e l’eventuale ammodernamento dello Stadio Meazza, per recuperare a verde la immensa distesa di cemento attorno alla stadio, per riqualificare l’ambiente urbano peraltro già interessato da altre operazioni immobiliari" si legge nel loro manifesto. Il comitato chiede che vengano presentate al più presto in consiglio comunale le motivazioni alla base della dichiarazione di pubblico interesse, e lamenta il fatto che non ci sia uno studio di fattibilità visto che la cosiddetta legge Stadi infatti stabilisce che "il pubblico interesse è dichiarato sulla base di uno studio di fattibilità che motivi l’eventuale mancato rispetto della priorità, ovvero il recupero degli impianti esistenti" ribadiscono. Secondo il Comitato inoltre lo stadio Meazza non è neanche da "recuperare": "A settembre 2021 sono stati fatti ulteriori collaudi sul primo anello che hanno confermato la solidità della struttura". Gabriella Bruschi, presidente del Comitato Coordinamento San Siro, a Fanpage.it ribadisce la trasversalità del progetto che ha la volontà di riunire i cittadini ma anche tutte le forze politiche intorno al comune intento di rimettere mano al Meazza: "Su questa esigenza di chiarezza sulla manifestazione d'interesse uscita sui giornali vorremmo che si pronunci il Consiglio Comunale e per questo chiediamo incontri ai singoli gruppi consiliari. Vogliamo mostrare l'assurdità di costruire un nuovo stadio oltre all'edificazione di altre strutture imponenti. C'è un'altra idea di Milano rispetto a quella che ci propongono che non vuole altri grattacieli venduti come uffici e che non sente il bisogno di altri centri commerciali: si respira un'aria diversa di città, due anni di Covid non sono passati inutilmente, i milanesi stanno ripensando la loro città".

Comitato: Si può riqualificare il Meazza a prezzi più contenuti senza interrompere campionato

Bruschi quindi precisa che il progetto per riqualificare il Meazza rimane valido e che si potrebbe "riqualificare l'esistente a prezzi più contenuti rispetto a quelli figurati per la costruzione del nuovo stadio e soprattutto senza interrompere il campionato – ha aggiunto – Da una parte vogliamo una ‘rimodernazione' dello stadio e inoltre c'è il progetto di riqualificazione del terzo anello, costruito negli anni '90 che aveva portato la capienza dello stadio a 78mila posti. Il progetto dell'architetto Nicola Magistretti prevede di sfilare il terzo anello e in quello spazio creare una galleria a vetri panoramica dove ci saranno diversi servizi che sarebbero un ritorno economico come negozi e ristoranti e palestre, si liberano volumetrie pazzesche. Non sarebbero nemmeno necessario levare tutti i posti, togliendo tutte le tribune, se ne potrebbero lasciare alcune. Il nuovo stadio dice che ci sarebbero 60 mila posti ma col il nostro modello appena spiegato potrebbe averne di più". "Lo stadio è soltanto una scusa – ha aggiunto Bruschi – chi sono i proponenti? I fondi d'investimento proprietari delle due squadre, squadre che hanno i bilanci in rosso, vogliono incassare i diritti edificatori per metterli come asset e dopo vendere, a chi non lo sappiamo".

Goggi: Usare lo Stadio come un cavallo di troia per un più ampio intervento immobiliare non è giusto

Tra i firmatari del manifesto figura anche Giorgio Goggi, ex candidato sindaco alle scorse elezioni amministrative milanesi, ex assessore nella giunta Albertini ed ex professore di Urbanistica al Politecnico. In un'intervista a Fanpage.it ha spiegato le motivazioni alla base del suo appoggio al manifesto del Comitato: "Lo stadio Meazza è stato giudicato perfetto per disputare le partite internazionali, tra il 2016 e 2017 sono stati spesi 40 milioni di euro dalle squadre, e poi rimborsate dal Comune, anche per riqualificarlo e renderlo in grado di accogliere le grandi manifestazioni quindi non si capisce perché lo si voglia demolire". Secondo Goggi le motivazioni alla base di questa scelta sarebbero quelle di utilizzare lo stadio come una sorta di "cavallo di troia": "per far strada un più ampio intervento immobiliare – ha aggiunto Goggi – spostando lo stadio in modo che non stia vicino all'intervento immobiliare che si sta facendo al Trotter". "Il progetto fatto da Magistretti per la riqualificazione del terzo anello è molto bello e costa molto meno che fare un nuovo stadio e consente di avere un anello superiore con molte altre funzioni che può aumentare i diritti per le squadre che gestiscono lo stadio – ha concluso – La legge Stadi inoltre specifica che per costruire un nuovo Stadio bisogna dimostrare il perché lo stadio non è più in grado di svolgere la sua funzione, cose che per adesso il Comune non ha fatto, così come il fatto che la decisione della costruzione di un nuovo stadio deve avere un progetto che viene messo in gara".

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