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Un’altra neonata affidata all’ospedale a Milano: la coppia non intende riconoscerla

Una bambina è stata portata stamattina all’ospedale Buzzi di Milano da un coppia italiana: la madre avrebbe partorito in un capannone attorno alle 10.30 e un’ora più tardi si è presentata con il padre della piccola al Pronto soccorso dell’Ospedale dei bambini, dicendo che non intendeva riconoscere il bebè.
A cura di Francesca Del Boca
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Un altro bambino affidato dai genitori all'ospedale per l'adozione a pochissimi giorni dal caso del piccolo Enea, lasciato nella culla per la vita del Policlinico di Milano a Pasqua. 

Succede sempre a Milano, stavolta all'ospedale pediatrico Buzzi. Qui, stamattina, è stata portata una bambina da un coppia italiana (e non senza fissa dimora, come riportato inizialmente): la madre avrebbe partorito in un capannone in zona Quarto Oggiaro intorno alle 10.30, e un'ora più tardi si è presentata, in compagnia del padre della piccola, al Pronto soccorso dell'Ospedale dei Bambini, dicendo che non intendevano riconoscere il bebè.

I due sono arrivati in ambulanza, dopo aver chiamato il 118.

I casi in Italia

La donna, di nazionalità italiana, una volta giunta in ospedale non ha voluto parlare con i sanitari né essere visitata o identificata in nessun modo: ha chiesto infatti di allontanarsi senza lasciare le proprie generalità, e chiedendo di non riconoscere la bambina.

Episodi non certo eccezionali, se rapportati alla casistica nazionale: si conta infatti circa un caso su mille, per un totale di almeno 400 bambini non riconosciuti dopo il parto. È diritto della partoriente e dei genitori, infatti, decidere di non riconoscere il bimbo appena venuto alla luce.

I dieci giorni di tempo per le pratiche di adozione

Come nel caso di Enea, adesso, le pratiche di adozione prenderanno il via dopo il periodo di dieci giorni concesso alla madre e al padre per eventuali ripensamenti.

"La piccola è sana ed è nata a termine", le parole di Gian Vincenzo Zuccotti, primario di Pediatria all'ospedale Buzzi. "Come per Enea, ora l'ospedale si prenderà cura della bimba. La mamma e il papà hanno dieci giorni di tempo per tornare sui loro passi. Se non lo faranno, verranno avviate le pratiche per l'adozione".

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