Umberto e Greta travolti sul Garda, i genitori: “Siamo disperati, gli assassini hanno ancora la patente nautica”
"Non riesco a odiarlo, anche se non posso perdonarlo. Io sono morto dentro". Così il padre di Umberto Garzarella, uno dei due ragazzi travolti e uccisi sul lago di Garda la scorsa estate, aveva detto dopo aver incontrato uno degli uomini che erano sul motoscafo quella notte. Ovvero Patrick Kassen, alla guida, e l'amico Christian Teissman. Dopo aver colpito il barchino di Umberto e Greta, i due turisti tedeschi erano tornati al rimessaggio senza chiamare i soccorsi.
Oggi parlano invece i genitori di Greta Nedrotti, e le loro frasi sono colme di rabbia. "Non capiamo come mai non sia mai stata disposta la revoca della patente nautica e anche della patente di guida di Teismann, come sarebbe accaduto se l'omicidio nautico e quello stradale fossero equiparati".
La scarcerazione di uno dei due turisti condannati
I due turisti intanto sono stati condannati rispettivamente a due e a quattro anni di reclusione per omicidio colposo e naufragio (ma non per omissione di soccorso). Patrick Kassen però dal 18 giugno non è più ai domiciliari, e Christian Teissman è ancora a piede libero.
"Abbiamo capito che la revoca degli arresti domiciliari riguarda la fase cautelare del processo, e non l'esecuzione della sentenza emessa", hanno precisato i genitori di Greta. "Quindi, quando la sentenza sarà definitiva, i signori Teismann e Kassen dovranno eseguire la pena che sarà stabilita in via definitiva". Ma perché allora non revocare anche la patente nautica, e permettere così che i due possano ancora guidare?
Senza contare che in un video immediatamente successivo all'incidente si vede uno dei turisti barcollare, fare alcuni passi indietro e poi avanti. Non si regge in piedi, al punto da precipitare in acqua con una capriola. È la stessa persona che ha poi accettato di sottoporsi all'alcol test, ma quindici ore dopo l'impatto: forse troppo tardi per rilevare il tasso alcolemico nel sangue.
"Siamo disperati"
In ogni caso, la vera pena non sarà quella stabilita dal Tribunale di Brescia. È quella inflitta per sempre ai genitori dei due giovani. "Senza la nostra Greta siamo sempre più disperati. Per lei e per noi non c'è nessuno che può revocare la condanna a vita che i signori Kassen e Teismann ci hanno inflitto".