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Umberto e Greta, travolti e uccisi da un motoscafo sul lago di Garda

Umberto e Greta morti nel lago di Garda, torna libero l’uomo che li ha travolti con il motoscafo

Dallo scorso 18 luglio Patrick Kassen, l’uomo che la notte del 19 giugno 2021 era alla guida del motoscafo che ha investito e ucciso nel lago di Garda la 25enne Greta Nedrotti e il 36enne Umberto Garzarella, non è più ai domiciliari.
A cura di Giorgia Venturini
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Torna libero Patrick Kassen, l'uomo che la notte del 19 giugno 2021 era alla guida del motoscafo che ha investito e ucciso nel lago di Garda la 25enne Greta Nedrotti e il 36enne Umberto Garzarella. Dal 18 luglio Kessen non è più ai domiciliari: solo poche settimane fa era stato condannato a una pena di 4 anni e 2 mesi per i fatti di quella tragica notte. Seppur libero dovrà rispettare il divieto di dimora nella provincia di Brescia, Verona e Trento. Christian Teismann, l'altro turista tedesco proprietario del motoscafo e a bordo anche lui della barca il 19 giugno, dovrà scontare una pena di 2 anni e 11 mesi di reclusione. Per entrambi il giudice Mauro Ernesto Macca li ha ritenuti colpevoli di omicidio colposo e naufragio, ma non di omissione di soccorso.

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L'incidente sul lago di Garda

Durante il processo i due condannati hanno raccontato la loro versione dei fatti. Dopo aver cenato si sono messi alla guida del motoscafo verso le 22.52. Ai comandi c'era Kassen perché l'amico – proprietario del motoscafo – si sentiva stanco e non voleva mettersi così ai comandi. Kassen davanti al giudice ha precisato di aver "lasciato accese sia le luci di murata che di posizione pensando di essere visto meglio dalle altre imbarcazioni". I due tedeschi avevano sentito un rumore ma pensavano di aver colpito un tronco di legno o un ramo per questo non si sono fermati a prestare soccorso.

Durante la fase di rientro al porto, i due raccontano che le manovre di attracco sono state complicate. In un video, diffuso qualche settimana dopo l'incidente, si vede Kassen cadere nel lago. Secondo gli inquirenti perché ubriaco, ma l'uomo ha continuato a smentire la versione. Durante l'interrogatorio ha sostenuto di cercare di spingere la barca per recuperare spazio e di aver così perso l'equilibrio. Nelle motivazioni della sentenza il giudice però ha confermato che l'uomo alla guida era ubriaco.

Gli incontri tra uno dei due condannati e il padre di Umberto

Teismann ha raccontato di essere distrutto e che, dopo la condanna, ha perso il lavoro: "In Germania lo considerano un assassino, ma che assassino può essere? Non voleva ucciderli". La comprensione che il padre di Umberto mostra è massima. Enzo Garzarella ha raccontato a Teisman che, dopo la morte del figlio, anche lui ha chiuso la ditta che gestivano insieme. Nel giorno del compleanno di Umberto invece sempre il turista tedesco aveva deciso di accettare l'invito di Enzo Garzarella, incontrandosi al cimitero.

L'imputato si era presentato in maniera molto umile e ha portato delle rose bianche. Durante l'incontro – confermato anche da Fanpage.it dal legale della famiglia di Umberto – sono avvenute le scuse. L'incontro è durato circa un'ora, ma non è mai stato toccato l'argomento incidente: "Mi sono trovato davanti una persona diversa – ha spiegato Enzo Garzarello al Giornale di Brescia – da quello che mi ero immaginato e che avevo conosciuto solo dagli atteggiamenti successivi all’incidente e dalle carte del processo. Ma non perdono non lo posso fare".

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