Ucciso sulle strisce a 15 anni, pena ridotta al guidatore ubriaco. La mamma: “Mio figlio è morto due volte”
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"La sentenza? Surreale. In Italia non c’è giustizia. È come se mio figlio fosse stato ucciso un’altra volta". Sono state queste le prime parole pronunciate fuori dall’aula del tribunale da Emilia Nastasi, la mamma di Valentino Colia, il 15enne che la sera del 17 luglio 2023 è stato travolto e ucciso da un furgone mentre attraversava sulle strisce a Garbagnate Milanese, a pochi chilometri da Milano.
Alla guida del veicolo, ubriaco e con la patente scaduta, c’era il 34enne Bogdan Pasca. A giugno dello scorso anno, in primo grado l’uomo era stato condannato in rito abbreviato a 7 anni e 4 mesi di reclusione per omicidio stradale dal gup di Milano Rossana Mongiardo. Ieri, venerdì 21 febbraio, la Corte d’Appello di Milano ha invece deciso di ridurre la pena dell'uomo a 6 anni, con revoca dell'espulsione a pena espiata che era stata decisa in primo grado. "Non sono arrivate scuse. Solo un telegramma, mandato in realtà dal suo avvocato. Se le scuse non sono arrivate finora, non credo che arriveranno più".
Le parole di Emilia Nastasi, mamma di Valentino Colia, dopo la sentenza
"Mio figlio ucciso due volte. Lo sconto di pena al killer ci fa sentire abbandonati", ha dichiarato la mamma di Valentino a Il Corriere della Sera in merito alla riduzione della pena per il guidatore del furgone. "Lo scorso giugno ci sembrava che finalmente fosse stata fatta giustizia. Speravamo che la vicenda giudiziaria fosse terminata lì, invece non ci è stato concesso neanche il tempo di metabolizzare il dolore".
"Questo è un Paese senza giustizia. Ci sentiamo abbandonati. Sia da chi fa le leggi sia da chi le applica. Per la legge l’omicidio stradale è un reato colposo. Per me non è così. Se ti metti alla guida ubriaco, sei consapevole che puoi uccidere qualcuno. Anzi, parlerei persino di dolo: se ti metti alla guida ubriaco vuoi uccidere qualcuno".
Cosa servirebbe per evitare la morte lungo le strade? "Servono pene più severe, perché è come se si considerasse l’omicidio stradale un reato di serie B", ha detto ancora la Emilia Nastasi a Il Corriere della Sera. "Il mio desiderio sarebbe che non ci fossero più altri Valentino, altri ragazzi che escono una sera d’estate per andare a mangiare un gelato e non tornano più".
"Al momento escludo un percorso di giustizia riparativa. Non ci sono le condizioni. Dobbiamo ritrovare un equilibrio, ma siamo condannati all’ergastolo dal dolore. Una spinta in positivo per andare avanti ci viene dall’associazione che abbiamo fondato", ha concluso. "Proviamo ad aiutare come possiamo alcuni ragazzi in difficoltà. In questo buio, vogliamo lasciare la luce accesa".