Ucciso per un paio di cuffie, la sorella di Manuel Mastrapasqua: “L’ergastolo lo paghiamo noi”

“Dicono che si è costituito, ma in realtà l’intento era scappare – spiega a Fanpage.it la sorella di Manuel Mastrapasqua, ucciso per un paio di cuffie – Senza mio fratello siamo noi quelli condannati”.
A cura di Beatrice Tominic
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Manuel Mastrapasqua a sinistra, la sorella Marika a destra.
Manuel Mastrapasqua a sinistra, la sorella Marika a destra.

"Lui si farà 15, 20 anni. Siamo noi quelli condannati all'ergastolo". A parlare è la sorella di Manuel Mastrapasqua, il trentunenne ucciso con una coltellata al cuore e lasciato agonizzante in strada per un paio di cuffie. È stato ucciso a Rozzano, dove viveva, nella notte fra il 10 e l'11 ottobre 2024. Per quanto accaduto, ieri sera si è costituito dai carabinieri di Alessandria, in Piemonte, un diciannovenne. Dopo essere stato fermato casualmente dalla Polfer per un controllo documenti, ha deciso di confessare quanto aveva fatto. Il presunto killer, Daniele Rezza, è stato fermato per omicidio e rapina: "Volevo rubargli le cuffie, l'ho ucciso. E ora ho un peso addosso", ha rivelato ai militari il ragazzo.

"Dicono che si è costituito, ma non è andato in caserma. Da Rozzano prima ha preso un treno. L'intento era quello di scappare", commenta la sorella di Mastrapasqua.

Chi era Manuel Mastrapasqua, ucciso da un 19enne per un paio di cuffie

Intervistata da Simone Giancristofaro Fanpage.it, la sorella Marika ha ricordato: "Mio fratello era un bravo ragazzo, non faceva male a nessuno. Non aveva cattiveria, era una persona tranquillissima e riservata". Manuel Mastrapasqua lavorava in un supermercato in zona Niguarda. "Aveva trovato questo lavoro da un annetto, presto gli avrebbero rinnovato il contratto. Non gli piaceva la gente di qui. Aveva i suoi amici, ma selezionava tanto le persone – ha continuato la sorella –  Contribuiva alle spese di casa mensilmente, lunedì sarebbe dovuto partire per una vacanza con la sua ragazza".

Accoltellato al cuore per delle cuffie da 15 euro

Manuel Mastrapasqua era da poco uscito dal lavoro, stava tornando verso casa, quando è stato accoltellato al cuore. Erano da poco passate le 3 di notte. Il trentunenne era stato abbandonato a terra, agonizzante. È subito scattato l'allarme e in breve tempo sono arrivati i soccorsi che lo hanno trasportato in ospedale, dove è morto poco dopo. Con sé aveva telefonino e portafogli: è stato ucciso per un paio di cuffie, come ha spiegato il presunto killer.

Mastrapasqua è stato ucciso in 4 minuti. "Era tardi, non era ancora rientrato, così mia mamma ha deciso di uscire di casa e di raggiungerlo, aveva la posizione di Manuel nel telefonino – ricorda ancora la sorella del trentunenne, facendo riferimento al segnale gps del giovane – Ma si è trovata davanti i carabinieri. Sono loro che le hanno dato la notizia. Io non ero a casa, sono rientrata non appena mi è arrivata la chiamata di mia madre".

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