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Ucciso per le cuffie da 15 euro: “Manuel Mastrapasqua non avrebbe avuto il tempo di difendersi”

Manuel Mastrapasqua, ucciso per un paio di cuffie wireless da 15 euro, non avrebbe avuto il tempo di difendersi. Si attendono i risultati degli accertamenti genetici.
A cura di Ilaria Quattrone
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Manuel Mastrapasqua
Manuel Mastrapasqua

Manuel Mastrapasqua, il 31enne che è stato ucciso con una coltellata al torace nella notte tra il 10 e l'11 ottobre a Rozzano (Milano), non sarebbe riuscito a difendersi. Non ci sarebbero tracce di "lesioni da difesa da arma bianca" sul suo corpo. Si aspettano infine gli esiti degli ultimi accertamenti genetici e in particolare sulle tracce di Dna che sono state trovate sotto le unghie della vittima. Quella notte il 31enne stava rientrando a casa dopo un turno di lavoro in un supermercato quando è stato aggredito e ucciso.

A finire in manette è il 19enne Daniele Rezza che è attualmente in carcere con l'accusa di omicidio e di rapina di un paio di cuffie wireless, dal costo di 14.90 euro. La vittima, stando agli esiti definitivi dell'autopsia, sarebbe stata colto di sorpresa e sopraffatta da una "coltellata talmente violenza che neanche le manovre rianimatorie lo avrebbero potuto salvare", riporta il quotidiano Il Corriere della Sera.

È stato disposto inoltre l'esame genetico sulle unghie della vittima in modo da capire se ci sia o meno il Dna di Rezza e se quindi ci sia stata o meno una colluttazione tra i due. L'esame del Dna si aggiungerà all'esito dell'autopsia che ha mostrato come il fendente sia stato dato all'emitorace destro, poco sotto l'ascella.

La coltellata avrebbe reciso di netto una vena tra cuore e polmone provocando uno choc emorragico e poi il decesso di Manuel Mastrapasqua, che è morto poco dopo l'arrivo all'ospedale Humanitas.

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